Introduzione - Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare dei Boney M
Come dice il titolo: "Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare dei Boney M o non ha mai sentito una loro canzone". Vedo solo mani alzate tra i giovanissimi, ma quelli di una certa età non possono aver sicuramente dimenticato Daddy Cool, Ma Baker o River of Babylon; nel frattempo però con l'altra mano i giovani li hanno già cercati su YouTube e si stanno ascoltando, forse per la prima volta, la loro super-hit Rasputin.
Il mondo oggi va così.
I Boney M sono stati un fenomeno musicale degli anni '70; hanno portato nelle radio, nei juke-box e nei nostri mangiadischi la musica caraibica. Tre belle mulatte ed un ragazzone con i capelli crespi, tutti indiscutibilmente molto "abbronzati" come tutti noi li ricordiamo o come stanno vedendo i nostri figli su YouTube. E allora vi chiederete perché iniziare proprio con i Boney M?
Perché quello che quasi nessuno sa è che il progetto BONEY M era tedesco, nato in Germania Ovest come la sua mente, tale Frank Farian (al secolo Franz Reuther) voce di molte canzoni del gruppo nonché produttore. Il nostro Frank, che non voleva apparire personalmente, aveva reclutato quattro ballerini, originari delle Antille, che però vivevano già da anni in Europa e li aveva lanciati con i risultati che tutti noi sappiamo.
E per la stessa serie, anche Mr. "Mambo No 5" Lou Bega, che nel 1999 ci ha martellato per tutta l'estate con il remake del mambo strumentale di Perez Prado, non è affatto caraibico ma tedesco di Monaco di Baviera (con padre Ugandese e madre siciliana). Chi l'avrebbe mai detto!
Il mondo della musica riserva spesso delle sorprese a chi si limita ad ascoltare le canzoni, magari alla radio o in auto. Ma il mondo della musica è cambiato, completamente cambiato e ormai un quarantacinque giri o una cassetta sono solo oggetti da vedere su qualche bancarella dei mercatini. Non sono qui per raccontare come e perché oggi siamo arrivati a questo punto ma per raccontare i lati nascosti, le curiosità, il significato di duecento canzoni. Duecento; perché duecento? non lo so, mi sembrava un bel numero, forse fortunato. La domanda forse però più giusta, per chi volesse proseguire a leggere è: "come sono state scelte queste canzoni?" Non c'è un criterio univoco ma posso sicuramente dirvi cosa non ci sarà: no Beatles, troppi libri sono stati scritti e forse ormai non c'è veramente più nulla da dire; no Hard Rock, Acid Rock o Progressive, generi che non mi sono mai piaciuti e di cui quindi non ho nulla da raccontare. Ci sarà una sola canzone per autore, scelta per la sua bellezza, o per le curiosità che porta con sé ma anche perché è una canzone a cui personalmente sono più legato ed ha significato qualcosa nella mia vita; soprattutto anni ottanta ma anche qualche padre del rock anni settanta e tutto quello che poi è seguito.
Chi mi conosce sa che non sono un musicista, anzi, lo confesso, di musica ne capisco veramente poco e purtroppo sono anche stonato; non sono un critico musicale, conosco poco l'inglese e quindi forse sono il meno adatto per affrontare questa competizione. Dalla mia però un amore infinito per le canzoni pop e rock, soprattutto quelle di oltre manica o di oltre oceano e una gran curiosità di scoprire quello che c'è dietro alle note delle canzoni.
L'idea mi è venuta qualche anno fa, quando ascoltavo in auto delle canzoni e mi sono trovato a spiegare a mio figlio cosa raccontasse veramente quella canzone, chi l'aveva cantata, magari facendo una nuova versione di un successo di molti anni prima oppure come fosse stata usata in un film o che un film era stato scritto proprio perché esisteva quella canzone.
Per chi ancora non si è convinto a seguirmi provo a raccontare questa storia:
"Ricordo sempre quel giorno, erano gli inizi degli anni 80, ed avevo conosciuto nei miei viaggi a Londra un americano, Robert Allen Zimmerman, che mi aveva poi presentato un ragazzo greco Georgios Kyriacos Panayiotou e un immigrato di Zanzibar (tale Farrokh Bulsara). Si, proprio quel giorno eravamo stati invitati a casa di David Robert Jones e del suo amico irlandese Paul David Hewson e proprio quel giorno conoscemmo il famosissimo Stevland Hardaway Judkins".
Si la storia è proprio inventata di sana pianta e l'unica cosa vera è che Stevland H. Judkins è veramente famoso poiché questo è il vero nome con cui nacque Stevie Wonder. Quando sua madre si separò dal padre egli prese il nuovo cognome di Morris ma per tutti noi è "il prodigio" (non vedente dalla nascita a quattro anni già suonava il pianoforte). Tutti gli altri probabilmente non si sono mai incontrati, anche se tutti hanno partecipato al megaconcerto del Live Aid del 1985. Eh si per chi non lo avesse ancora capito sono nell'ordine Bob Dylan (Robert Allen Zimmerman), George Michael (Georgios Kyriacos Panayiotou) con i suoi Wham!, Freddy Mercury (Farrokh Bulsara) dei Queen, David Bowie (David Robert Jones) e Bono (Paul David Hewson) con gli U2. E purtroppo non solo non li ho mai conosciuti ma ho visto Londra, per la prima volta, solo vent'anni dopo! A proposito, se ancora non vi è bastato, sui palchi del Live Aid c'erano anche Reginald Kenneth Dwight, Gordon Matthew Thomas Sumner e Anna Mae Bullock.
Il mondo delle canzoni nasconde molte curiosità, molte storie e se nessuno ancora le ha raccontate forse questo è un motivo sufficiente per iniziare a raccontarle e per voi per continuare la lettura.
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