097. THAT'S THE WAY I LIKE IT – (KC & The Sunshine Band)
Articolo pubblicato il giorno 11 ottobre 2024
Oggi non accade più, ma chissà quanto volte sarà
successo ai meno giovani di aver sentito una canzone e di non conoscerne né
titolo né cantante.
Che si faceva allora, quando non esisteva Shazam?
Si andava
in un negozio di dischi e rivolgendosi gentilmente al commesso si sfoderava la
solita frase:
“Vorrei il disco di quella canzone, si quella che fa…”
Eravamo negli anni settanta e Harry Wayne Casey, soprannominato KC, aveva imparato bene questa lezione; parliamo di uno degli interpreti principali di questo racconto, che come mestiere, prima di assemblare il suo gruppo, faceva il commesso in un negozio di dischi.
Oggi, per raccontare la storia di “That's The Way I Like It”, visiteremo Miami e la Florida, per gli americani The Sunshine State, da cui ha preso il nome il gruppo: KC & The Sunshine Band.
"Miami era un posto felice dove crescere e ascoltare musica. C'è un'energia quaggiù, Miami è sempre stata speciale. Qui c'è musica che nessun altro nel paese suona. Ci sono sempre successi qui che nessun altro sente. Miami ha sempre amato la musica da ballare. La spiaggia, i club notturni, tutte le diverse culture che si incontrano, tutte queste cose hanno influenzato la musica che facevamo quando stavamo iniziando".
Queste sono le parole di Harry Wayne Casey, tastierista e cantante. Nel 1973 KC incontrò il bassista, ma anche tecnico del suono, Richard Finch e decisero di creare una band. Molto più facile di quanto si potesse credere anche perché entrambi a vario titolo lavoravano alla TK Records, un’etichetta discografica indipendente con sede a Hialeah vicino Miami; lì c’era la possibilità di intercettare strumentisti “di studio” e band locali come la Junkanoo, che venne coinvolta per le prime registrazioni.
Il botto non arrivò con il loro primo album ma con una canzone prestata ad un amico: a quella casa discografica faceva infatti capo un giovane cantante di nome George McCrae che un giorno, passando, chiese se c’era qualcosa per lui. Casey e Finch insieme al chitarrista del gruppo Jerome Smith avevano scritto da poco la demo di una canzone che “donarono” a McCrae. Quella canzone era “Rock Your Baby” e il suo successo fu incredibile: undici milioni di 45 giri venduti e primo posto in una infinità di paesi tra cui anche l’Italia.
Correva l’anno 1974 e, grazie anche a questa canzone, stava lentamente esplodendo la disco-mania tanto che il gruppo decise di cavalcare quest’onda e preparò un nuovo album, il loro secondo, con una piccola raffica di brani ballabili ma mantenendo nei pezzi la gioiosità che li contraddistingueva. Primo estratto a febbraio 1975 e primo #1 nella Billboard USA - titolo: “Get Down Tonight”.
Ecco come andarono le cose dopo quel primo #1, come raccontato da Richard Finch: "Eravamo tutti felici, e si vedeva. Eravamo tutti eccitati per quella sensazione di successo con 'Get Down Tonight' e, credetemi, poi ci siamo detti: 'Oh, mio Dio, è fantastico! Ce l'abbiamo fatta! Mettiamo la magia su qualcos'altro’. E si poteva sicuramente sentire l'eccitazione e la magia di quel primo disco di successo con 'That's The Way I Like It', perché eravamo tutti carichi ed eravamo tutti entusiasti. Se ascolti attentamente quel disco, puoi sentire tutti sorridere mentre cantano. Soprattutto i coristi. È stato un momento molto, molto magico. Voglio dire, siamo a Miami, in Florida, e siamo in una piccola etichetta indipendente, e stiamo riscuotendo successo? Dai, amico, questo non è possibile, questo deve essere un sogno!"
Passano pochi mesi e, con il sorriso sulle labbra, viene lanciato come secondo estratto “That's The Way I Like It”: di nuovo #1 negli States e in moltissimi altri paesi.
Evidentemente il gruppo era in uno stato di grazia tanto che tutte le cose riuscivano semplici, come accade in quei momenti; “KC” Casey racconta come gli venne in mente la canzone: “ricordo che una parte mi è venuta sotto la doccia e una parte mentre andavo e tornavo dallo studio. Non doveva essere nient'altro che una canzone d'amore; Non era niente di pesante. È davvero semplice. Volevo qualcosa che la gente ricordasse e che fosse facile da ballare”.
Prima cosa il titolo, perciò! Bisognava trovare il modo di far entrare in mente immediatamente il titolo a chi ascoltasse la canzone; e qui, si dice, vennero in aiuto i Beatles con "She Loves You" e "I Want To Hold Your Hand". Bisognava usare lo stesso metodo, ovvero ripetere nella canzone più volte possibile il titolo, tanto che non ci potessero essere dubbi sul nome del brano.
Per i testi e il sound, Casey aveva in mente la canzone super erotica "Je T'aime... Moi Non Plus" di Jane Birkin e Serge Gainsbourg e l’idea era quella di utilizzare dei gemiti per i cori (gli "uh-huh") cantati dalle coriste Jeanette Williams e Beverly Champion; c’era però un problema e cioè che "erano molto simili al suono delle persone quando fanno l'amore, e avevo paura che non potesse andare in radio. Così l'abbiamo cambiato”.
Modifica azzeccata, ma visti i tempi, Casey e Finch dovettero anche fare molta attenzione all’uso delle parole, cercando di far trasparire sensualità senza però essere troppo espliciti e probabilmente ci riuscirono! Le polemiche però non mancarono quando Time pubblicò un articolo che metteva in guardia l'America da un nuovo flagello: il "sex rock". Oggi farebbe ridere, ma la nostra canzone venne additata come esempio del genere e accoppiata a “Love To Love You Baby” di Donna Summer.
Ad onor del vero, "That's The Way" è una canzone abbastanza “spinta”, ma i versi si percepiscono appena e servono solo come connettore di un refrain martellante; la canzone non ha un’introduzione ed esplode proprio nel momento in cui “la puntina tocca il disco”. Gli uh-uh di sottofondo si mescolano alla batteria ed al basso ma soprattutto alla linea dei fiati. Nel video che ho scelto, tra le varie esibizioni dell’epoca, https://www.youtube.com/watch?v=IHxFKmsTZfU si possono proprio vedere le trombe e i tromboni in evidenza, e poi anche il resto del gruppo. Accorti di nulla? Beh, sì, gli unici due “non abbronzati” sono KC e il suo socio Finch.
Questo sodalizio durò ancora qualche anno sfornando altri tre #1 USA e moltissime altre canzoni che possiamo ascoltare in un qualunque loro “Best of”. Poi le cose cominciarono ad andare un po’ meno bene e nei primi anni ottanta Richard Finch decise di lasciare il gruppo, firmando la sua condanna! Si impegnava a rinunciare a tutte le royalties per le canzoni scritte insieme a Casey e venne così anche cancellato da co-autore delle precedenti canzoni. Aveva però sbagliato grossolanamente i suoi conti non immaginando quante volte solo la nostra canzone sarebbe stata suonata, coverizzata ed usata in film, pubblicità ed eventi, per non parlare di tutti gli altri successi della band: aveva rinunciato ad un fiume di danaro.
Molti ritengono “Rock Your Baby” sia la canzone seminale della Disco-music, tanto che il nostro gruppo è considerato un precursore di questo genere; durante uno dei suoi concerti proprio KC, senza sembrare presuntuoso, presenta la loro versione di quella canzone con queste parole: “Nel 1974 abbiamo iniziato una nuova mania. Una mania per il ballo (A dance craze). Tutto è iniziato con questa canzone” ma a metà del brano cambia marcia ed intona il suo maggiore successo:
sì questo è il modo giusto:
mi piace!
LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI THAT'S THE WAY I LIKE IT
Do do do do do do do do do
Oh, questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Quando mi prendi per mano
Dimmi che sono l’uomo che ami
Quando mi dai tutto il tuo amore
allora fallo, piccola, il meglio che puoi
Oh, questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, eh, eh
Quando sarò tra le tue braccia
Quando siamo tutti, tutti soli
Quando mi sussurri dolce all’orecchio
Quando ti giri, accendimi
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Piccola
Piccola
(Questo è il modo giusto, uh-huh)
(Questo è il modo giusto, uh-huh)
Piccola
Piccola
(Questo è il modo giusto, uh-huh)
(Questo è il modo giusto, uh-huh)
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Do do do do do do do do do
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
Questo è il modo giusto, uh-huh, uh-huh
Mi piace, uh-huh, uh-huh
CURIOSITA':
- La versione della canzone presente sull’album dura 5:06 ma per ragioni di spazio quella che venne inserita sui 45 giri venne sfumata e dura circa tre minuti, come quella fatta circolare nelle radio di allora.
- Per riscoprire tutti i successi della band, ho citato nella storia un “best of” e questo è uno di quelli che si può trovare su Spotify. Buon ascolto: https://open.spotify.com/intl-it/album/7swznakopP5J1aSOzCsalv?si=u4GshQ2ST72bpsYZHWBkYg
- Nel secondo album, che porta lo stesso nome della band, oltre alle due hit menzionate c’era anche un terzo piccolo gioiellino che non fu pubblicato come singolo ed esplose solo tre anni dopo quando fu inserito nella colonna sonora di “Saturday Night Fever” ovvero “Boogie Shoes”.
- Qualcuno ricorda il reverendo Jesse Jackson? Fu uno dei più accalorati a combattere il "sex rock"; per aumentare la sua forza creò un gruppo di pressione denominato “Operation PUSH” (People United to Save Humanity). Il suo tentativo era quello di persuadere i leader dell’industria musicale a bloccare questo genere, ma ovviamente non ottenne alcun risultato.
I LUOGHI:
- Miami. Si trova in Florida, come detto, ma non ne è né la capitale (che invece è Tallahassee) e nemmeno la città più popolosa (che invece è Jacksonville). Comunque, come ci ricorda Wikipedia: “Miami ha il terzo skyline più grande degli Stati Uniti con oltre 300 grattacieli, 61 dei quali superano i 491 piedi (150 m). […] In uno studio UBS del 2018 su 77 città del mondo, Miami è stata la terza città più ricca degli Stati Uniti e la terza più ricca a livello globale in termini di potere d'acquisto. Miami è una città con una popolazione ispanica e latina di 310.472 abitanti, pari al 70,2% della popolazione della città. […] L'area metropolitana di Miami è la seconda città o area statistica metropolitana più visitata degli Stati Uniti dopo New York City, con oltre quattro milioni di visitatori nel 2022.
LE DATE:
- 10 giugno 1975 è la data di lancio negli States della nostra canzone anche se dovette attendere quasi sei mesi per arrivare al #1 nella Billboard USA. Harry Wayne Casey è nato il 31 gennaio 1951 mentre Richard Raymond Finch è nato il 23 gennaio 1954, quindi erano poco più che ventenni all’arrivo del grande successo.
LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
- Abbiamo una cinquantina di versioni, tra cui spicca quella dei Dead or Alive che si può vedere ed ascoltare qui https://www.youtube.com/watch?v=llHhiiNnIjY e poi ci sono le versioni in altre lingue tra cui lo spagnolo, l’immancabile finlandese ma anche il giapponese ed una cover in greco. Ahimè, esiste anche una versione italiana del 1998 di un gruppo che si chiama "Sei Come Sei" ed il titolo della canzone è “Come Sei (That's The Way - I Like It)” introvabile su internet!
ALTRE TRE CANZONI IN CINQUE RIGHE:
- Scartando quelle già nominate e seguendo la classifica di Spotify, in testa agli ascolti segnalo “Give it up”, un po’ il canto del cigno per il gruppo (anno 1982). Poi la ballata “Please don’t go” altrettanto famosa e loro ultimo successo in cima alle classifiche USA e poi “I’m your Boogie Man” (#1 nel 1976) diventata anche il soprannome del nostro KC.
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recensioni
Crediti:
per alcune parti del testo:
per il testo in italiano:
- traduzione del testo originale, con personale riadattamento, con google translate
per la foto della copertina:
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