096. YOU MAKE ME FEEL (MIGHTY REAL) (Sylvester) - 200 canzoni 200 storie

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096. YOU MAKE ME FEEL (MIGHTY REAL) (Sylvester)

Articolo pubblicato il  1 ottobre 2024



Prima di iniziare questa storia facciamo un giochino:
vediamo quante ve ne tornano in mente da questo breve elenco di brani disco-music
che sulla fine degli anni settanta andavano per la maggiore in Italia,
non solo nelle discoteche ma anche nelle classifiche:
“Don't let me be misunderstood“ di Santa Esmeralda & Leory Gomez, “Love is in the air“ di John Paul Young e “Born to be alive“ di Patrick Hernandez; The Ritchie Family con “American generation“ e Sheila and B. Devotion con “Spacer“ nonchè “Automatic lover“ di Dee D. Jackson. E ancora i nostri “One for you, one for me“ dei fratelli La Bionda e “1, 2, 3, 4, gimme some more“ dei D.D. Sound e per finire le due bombe “Funkytown“ dei Lipps Inc. e “Monkey chop“ di Dan-I.
Ne ho dimenticato qualcuno?
Sicuramente tantissimi, anche se quattro sono stati volutamente “dimenticati” in questa lista perché saranno raccontati nelle prossime quattro storie. È vero o no che queste canzoni sono “immortali” anche se sono state etichettate come pop da discoteca? L’importante è che quando le ascoltiamo ci riportino alla mente sensazioni belle, momenti felici e spensierati e allora sono canzoni che hanno raggiunto il loro scopo: ci hanno fatto ballare e sono ancora oggi ricordate.
La canzone di cui parlo in questa storia ha avuto l’onore di essere inserita nel libro “1001 Songs You Must Hear Before You Die” ovvero le canzoni che devi ascoltare prima di morire; e così viene descritta: “Più di qualsiasi traccia di Donna Summer o Gloria Gaynor, questa è stata la colonna sonora della liberazione gay tracciata sulla pista da ballo, cantata da un uomo gay dichiarato e orgoglioso, che spesso appariva completamente travestito, appena un decennio dopo che le rivolte di Stonewall a New York avevano annunciato la nascita di un nuovo movimento di liberazione.
Ci troviamo a San Francisco e, come molti sapranno, siamo in una delle città dove più è stato presente il movimento gay e proprio qui si era trasferito il giovane Sylvester James dopo aver passato la sua giovinezza a Los Angeles. Nella sua città natale aveva dimostrato una predilezione per il canto gospel ma, prima sua madre e poi proprio la sua chiesa lo avevano costretto ad andarsene perchè disapprovavano la sua omosessualità. Si dice che tale allontanamento lo avesse portato a vivere per strada fino ad approdare intorno ai vent’anni proprio nel ghetto gay di San Francisco dove finalmente poté sentirsi a suo agio e lavorare con il gruppo “drag” chiamato The Cockettes, una compagnia teatrale d'avanguardia, con la quale fece i suoi primi passi nella musica professionistica.
Dopo alcune sfortunate collaborazioni, decise di intraprendere la carriera solistica e poiché la vita è fatta anche di incontri, il primo incontro importante per il nostro Sylvester fu con Harvey Fuqua che gli procurò un contratto discografico con la Fantasy Records permettendogli di registrare il suo primo album da solista, chiamato “Sylvester”; siamo nel 1977 e l’album coprodotto dal nostro e da Fuqua fu un discreto successo anche se pur privo di una canzone trainante.
E qui comincia la storia di “You Make Me Feel (Mighty Real)”, la canzone che lancerà Sylvester nell’olimpo dei cantanti “disco”.
Il secondo incontro, importante questa volta per la nostra canzone, fu con il chitarrista e compositore James Wirrick: quest’ultimo aveva visto esibirsi Sylvester con il suo gruppo e dopo qualche mese entrò anche lui a farne parte. Ed il primo frutto di questa collaborazione fu proprio la nostra canzone, scritta a quattro mani dai due sotto forma di “canzone gospel mid-tempo guidata dal pianoforte” e con un primo livello di produzione di Harvey Fuqua. Probabilmente se fosse stata pubblicata in questa veste avrebbe avuto poca fortuna, come il precedente album, ma qui abbiamo il terzo incontro di Sylvester, fondamentale per la nostra canzone ma anche per il suo futuro di cantante. Mentre era in giro a suonare con il suo gruppo gli si avvicinò un ragazzo delle luci, che lo invitò a sentire i nastri che aveva registrato con i suoi sintetizzatori. Era Patrick Cowley, allora ventottenne, che non aveva ancora iniziato la sua carriera di produttore, ed in seguito raccontò che Sylvester rimase completamente sconvolto sentendo il lavoro di synth che stava facendo tutto da solo. Ovviamente il cantante chiese a Cowley di entrare nel suo gruppo di lavoro e inizialmente di dare un tocco “spaziale” ai suoi gospel e cioè a "Dance (Disco Heat)", il primo singolo che sarebbe uscito per il suo nuovo album ed ovviamente alla nostra “You make me feel”.
Ovviamente non poteva filare tutto liscio a partire dal coinvolgere il resto della band a suonare della musica “disco”; così racconta Wirrick: “È stata una sfida. All'inizio la band non voleva suonarla come una melodia da ballo. Erano un po' spocchiosi al riguardo. ‘’Non vogliamo davvero farlo” dicevano e Sylvester e io continuavamo a dire: “No, dovete farlo perché è quello che c'è alla radio”.
Ci fu poi un errore di valutazione da parte della casa discografica che rischiava di “bruciare” la nostra canzone; venne infatti deciso di pubblicare come primo singolo "Dance (Disco Heat)" e, visto il suo successo sulle piste da ballo, venne inciso il 12’’ per le discoteche, riempiendo il lato B con “You make me feel”!...
Stranamente si verificò invece l’effetto contrario, ovvero, essendo già conosciuta nei club e nelle discoteche, quando venne pubblicata come singolo scalò rapidamente le classifiche, ottenendo il giusto e meritato premio di vendite: #1 nella US Dance Club Songs di Billboard, #2 in Canada, #8 in Inghilterra e #7 in Italia, più varie top 10 nel resto del mondo.
Ascoltando oggi l’album del 1978 che contiene la nostra canzone, ovvero “Step II” possiamo capire come la musica di Sylvester, un buon Rhythm and Blues che possiamo ascoltare nelle altre cinque canzoni, probabilmente non lo avrebbe mai fatto salire agli onori della fama mondiale. Ma non fu solo fama per lui, ma profonda influenza su moltissimi altri produttori di musica dance che vennero dopo e che ne hanno riconosciuto l’importanza; insieme al nostro Moroder, Sylvester ed il suo amico/produttore Patrick Cowley sono considerati i precursori della musica dance elettronica.
E poi c’è un altro punto su cui bisogna necessariamente soffermarsi: la canzone, prima di molte altre, è considerata un inno LGBTQ, una canzone di libertà.
Il biografo di Sylvester, Joshua Gamson, sostiene che l'artista è diventato una sorta di eroe popolare per molti giovani LGBTQ, perché la sua vita era la loro. Molte persone, all'epoca, avevano lasciato le loro case, le loro famiglie d'origine, con grande dolore, per trasferirsi in un luogo più libero, come San Francisco. Pur essendo allora molto difficile, Sylvester è uscito allo scoperto (come si dice oggi aveva fatto outing, o coming out) ed ha iniziato a cantare e suonare quello che gli altri provavano quando erano riusciti a liberarsi. Per molti era considerato un eroe. E nella sua esperienza aveva cercato di migliorare la vita e la salute della sua comunità.
Ma questa storia ha un finale triste! Patrick Cowley, durante un tour mondiale con Sylvester alla fine del 1981, cominciò a sentirsi sempre più male. Al ritorno negli Stati Uniti i medici non riuscirono a identificare la causa e morì pochi mesi dopo: aveva 32 anni, una delle prime vittime dell'AIDS.
Nel 1987 il fidanzato di Sylvester si rese conto di essere stato infettato dall'HIV e, senza alcuna cura medica conosciuta, peggiorò rapidamente e morì nel settembre di quell’anno. Sylvester ne uscì devastato e, pur riconoscendo che probabilmente anche lui era infetto, si rifiutò di sottoporsi ad esami del sangue.
Neanche un anno dopo anche Sylvester lasciò questo mondo, a 41 anni.


LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI YOU MAKE ME FEEL (MIGHTY REAL)

Quando siamo qui fuori a ballare sulla pista, tesoro
E sento che ho bisogno di un po’ di più
E sento il tuo corpo vicino al mio
So che il mio amore è in quel attimo
Fammi sentire veramente reale
Fammi sentire veramente reale

Tu mi fai sentire veramente reale
Tu mi fai sentire veramente reale

Quando arriviamo a casa, tesoro
Ed è bello e buio
E la musica è in me
E sono ancora molto sexy
Poi mi baci prorpio lì
E ci si sente davvero bene
E so che mi amerai
Come dovresti

Oh, mi fai sentire veramente reale
Tu mi fai sentire veramente reale
Fammi sentire veramente reale
Fammi sentire veramente reale
Fammi sentire veramente reale
Fammi sentire veramente reale

Mi sento vero, mi sento vero, mi sento vero, mi sento vero,
Davvero reale, mi sento vero, mi sento vero, mi sento vero, woo!
Mi sento vero, mi sento vero, mi sento vero, mi sento vero,

Tu mi fai sentire veramente reale
Tu mi fai sentire veramente reale
Oh, Tu mi fai sentire veramente reale
Tu mi fai sentire veramente reale

Mi sento reale quando mi tocchi
Mi sento reale quando mi baci
Mi sento reale quando mi tocchi
Mi sento reale quando mi tocchi

CURIOSITA':
  • Se siete curiosi di sapere com’era la prima versione della canzone, quella R&B, basta cercare l’album Step II e alla terza traccia con il titolo di “You Make Me Feel (Mighty Real) Epilogue” la troveremo. Grazie al nostro fidato amico YouTube possiamo ascoltarla qui https://www.youtube.com/watch?v=FPWoUOihrVs .
  • Parliamo un attimo delle copertine del singolo e della versione 12’’: ne sono uscite diverse e quasi ogni paese dove il disco è stato stampato ne ha creata una diversa! Ce ne sono almeno una dozzina e poi moltissime stampe sono uscite senza copertina, soprattutto quelle destinate alle discoteche. Io ho scelto quella italiana (se qualcuno ancora possiede il 45 giri vedrà che è quella) e poi quella tedesca che ripropone la copertina dell’album e la versione 12’’ dove appare come lato B.
  • Anticipando la sezione dedicata alle cover, non si può proprio dimenticare la versione di Jimmy Somerville, ex membro dei Bronski Beat e dei Communards, del 1989 contenuta nel suo primo album solista “Read My Lips”. Somerville ha dichiarato che stava cercando di "reclamare ciò che originariamente apparteneva alla comunità gay". Ha aggiunto: "Durante gli anni '70, c'erano tutti questi uomini gay che esprimevano le loro emozioni scrivendo musica e poi usando cantanti donne come facciata. Ora possiamo presentare queste canzoni da soli. È una cosa importante da fare. Il problema è che così poche persone sono disposte a mettere a repentaglio le vendite dei dischi per essere le persone oneste e vere che sono veramente". Il video diretto da Steve McLean si trova qui: https://www.youtube.com/watch?v=H4I_UsnRP0I .

I LUOGHI:
  • San Francisco. Ci ricorda Wikipedia che la città “ha la più alta percentuale stimata di individui gay e lesbiche tra le 50 più grandi città degli Stati Uniti, pari al 15%. San Francisco ha anche la più alta percentuale di famiglie dello stesso sesso di qualsiasi contea americana, con la Bay Area che ha una concentrazione più alta di qualsiasi altra area metropolitana.” Ma non solo: “Di tutte le principali città degli Stati Uniti, San Francisco ha la seconda percentuale più alta di residenti con una laurea, seconda solo a Seattle. Oltre il 44% degli adulti ha una laurea o un diploma superiore. […] San Francisco è al terzo posto tra le città americane per reddito familiare medio con un valore di $ 81.136, e il tasso di povertà della città è del 12%, inferiore alla media nazionale. I senzatetto sono stati un problema cronico per San Francisco fin dai primi anni '70. Si ritiene che la città abbia il più alto numero di abitanti senzatetto pro capite di qualsiasi grande città degli Stati Uniti.

LE DATE:
  • Sylvester James Jr. era nato il 6 settembre 1947 e come raccontato morì il 16 dicembre 1988, mentre Patrick Joseph Cowley era nato il 19 ottobre 1950 e morì il 12 novembre 1982. La nostra canzone uscì come 45 giri negli USA nell’ Ottobre del 1978; in UK invece è precedente e il suo lancio risale al 28 luglio 1978. Questa è l’unica data certa anche perché per l’album non è rintracciabile su internet nemmeno il mese di pubblicazione.

LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
  • Oltre a quella di cui abbiamo già parlato, ne esistono una ventina di riproposizioni: tra queste Wikipedia ci segnala quella di Byron Stingily, cantante di musica house, del 1997. Anche la cover di Stingily raggiunse il primo posto nella classifica dance americana Billboard, cosa piuttosto rara, ed addirittura il #25 in Italia.

ALTRE TRE CANZONI IN CINQUE RIGHE:
  • Penso che la canzone “gemella” non possa mancare in questa selezione; per cui innanzitutto “Dance (Disco Heat)”. Un’altra coproduzione con Patrick Cowley nel 1982 è "Do Ya Wanna Funk" e voglio anche ricordare la produzione di Cowley con “Menergy” brano del 1981, che venne poi pubblicato anche con la voce di Sylvester nel 1984 dopo la morte del suo autore.

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recensioni
Crediti:
per alcune parti del testo:

per il testo in italiano:
  • traduzione del testo originale, con personale riadattamento, con google translate

per le foto della copertina:




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