089. ONE STEP BEYOND (Madness)
Articolo pubblicato il 10 luglio 2024
Ehi tu,
guarda qui
Senti bene?
Beccati questo suono tremendo…
Fai un passo avanti!
Non so quanti ricordino questo inizio, completamente in italiano, anche perchè sono passati quarantacinque anni da quando un gruppetto di ragazzoni britannici si divertiva a “cantare” il loro trascinante successo oltre che in spagnolo anche in italiano. Una band bianca in bianco e nero, innamorata dello ska e della Giamaica.
I Madness.
Il nucleo della band si formò nel 1976 e decise di chiamarsi North London Invaders; ne facevano parte (con i loro nomi d’arte) Monsieur Barso alle tastiere e alla voce, Chrissy Boy alla chitarra e Kix al sassofono e alla voce. In seguito arrivarono Suggs come voce solista, il batterista Woody e il bassista Bedders. Questi sono i sei che appaiono sulla copertina del loro primo lavoro, anche se la formazione ufficiale sarà a sette elementi e vedremo poi chi sarà il personaggio uscito e rientrato in organico.
Per breve tempo il gruppo cambiò nome in Morris and the Minors, ma una delle cose che li univa era la passione per il reggae e lo ska giamaicano e l’artista da tutti loro idolatrato era Prince Buster, cantante giamaicano praticamente sconosciuto in Italia. C’è da dire che Buster ha influenzato profondamente tutto il movimento ska inglese di fine anni settanta (oltre ai Madness anche The Specials e The Beat) quando ormai la sua parabola, iniziata negli anni sessanta, era ormai conclusa.
E diciamo pure che ha portato fortuna ai nostri che decisero di cambiare definitivamente il nome del gruppo in Madness nel 1979, rendendo omaggio ad una delle canzoni proprio di Prince Buster.
E proprio il 1979 vide l’esplosione del fenomeno Madness; partiti da Camden Town dove suonavano spesso nel pub “Dublin Castle”, entrarono nell’orbita dell’etichetta 2 Tone Records specializzata in musica ska che pubblicò il loro primo singolo, “The Prince”, anche questo dedicato al loro idolo. La canzone è stata un successo a sorpresa, raggiungendo il numero 16 nelle classifiche musicali del Regno Unito. I Madness andarono in tour con le altre band dei 2 Tone, gli Specials e i Selecter, prima di registrare il loro album di debutto in studio
Possiamo dire che qui comincia la storia di “One Step Beyond” e anche qui ritorna il buon vecchio Prince Buster, infatti questa canzone dei Madness è una cover di un brano del 1967 apparso come lato B del singolo “Al Capone”; questo è il link per ascoltare la prima versione del nostro brano, diventato famoso però solo grazie alla nuova versione dei Madness: https://www.youtube.com/watch?v=5ukZmiFKzog . Il gruppo la usava come brano di inizio nei loro spettacoli live e come raccontato dal frontman Suggs in una intervista, questa usanza è rimasta fino ad oggi: "Suonavamo il tema di Hawaii 5-0 per iniziare i nostri spettacoli. Quando ci siamo stufati, abbiamo fatto questo brano, ma la registrazione originale durava solo 45 secondi. Non pensavamo nemmeno che sarebbe entrato nell'album. […] Iniziamo ancora ogni concerto con questo brano. Abbiamo provato altre canzoni, ma questa è quella a cui torniamo sempre.
E molto probabilmente andò così: i Madness entrarono nei famosi studi Eden e TW di Londra per registrare il loro primo album e vi restarono per tre settimane intere. Quello che era un motivetto di apertura dei loro concerti doveva diventare una canzone da inserire nell’album ma era troppo corto e mancava sempre qualcosa; una sera i responsabili della loro nuova casa discografica vennero a fare una visita ma non rimasero convinti proprio di quel pezzo! Ci sono volute molte discussioni e negoziazioni fino a tarda notte finché, alla fine, il gruppo ha accettato di ri-registrare con delle modifiche la canzone, tanto che è diventata un successo mondiale.
La sua iconica introduzione, le parole immortali e rimbombanti gridate da Chas Smash, "Don't watch that, watch this", sono adattate da un'altra canzone di Prince Buster, "The Scorcher". Per chi non se ne fosse accorto, l’urlatore non è uno dei componenti ufficiali certificati per questo primo album: Chas Smash, già bassista del gruppo, era uscito per dei dissapori con alcuni membri della band ma era sempre rimasto vicino ai Madness ed era stato chiamato proprio a prestare la sua voce stentorea per l’intro di “One Step Beyond”; a disco finito rientrò a pieno titolo come settimo del gruppo, non più al basso, ma come corista e ballerino.
Il capo della Stiff Record, Dave Robinson, racconta la scelta della canzone come pezzo qualificante dell’LP: “C'era un brano che avevano chiamato One Step Beyond che mi colpì molto. Era uno strumentale con un po' di urla e ho pensato, beh, è tutto. Quando provi una band, il problema con ogni band è cercare di trovare il primo singolo, cercare di trovare quello che andrà bene e attirerà l'attenzione della gente, e loro avevano una grande quantità di materiale, quindi ho pensato che se fossi riuscito a trovare il primo singolo, avrei potuto facilmente trovare il resto e ho deciso che quello era davvero il primo singolo. Me ne andai e pensai a… un passo avanti. Ottimo titolo per un album. È come uno slogan.”
Ancora qualche parola sul video di "One Step Beyond" che mostra la band al pub Hope & Anchor di North London, un altro dei locali dove si erano esibiti nei loro primi concerti. C’è una breve introduzione non presente sul disco e poi altri due minuti e mezzo di pazzia, con trenini “nutty”, cantanti che non cantano, sax veri e finti e balletti ska; buona ri-visione a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=SOJSM46nWwo
Solo due minuti e diciassette secondi!
Questa è la durata inusuale per una canzone, ma tant’è che ha fatto, e ancora oggi fa, muovere gambe e braccia a ritmo di ska.
LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI “ONE STEP BEYOND”
Ehi tu!
Non guardare dall’altra parte
Guarda questo
Questo è il suono pesante e poderoso
Il suono più folle in circolazione
Perciò, se sei sceso in strada
E stai cominciando a sentire il calore
Beh, ascolta [Prince] Buster
Faresti meglio a iniziare a muovere i piedi
Al ritmo più costante e rockeggiante
dei Madness.
Fai un passo avanti!
CURIOSITA':
- La copertina del singolo e dell’album, opera del fotografo Cameron McVey, ritrae il cosiddetto “Nutty Train” che non si sa di preciso da chi sia stato ispirato; il chitarrista Chrissy Boy ha dichiarato che era tratto da uno sketch di Dave Allen in cui tutte le persone escono di casa per andare al lavoro e camminano tutte in fila, proprio l'una accanto all'altra, e poi si scopre che vanno in una fabbrica di sardine". Qualcun’altro dice ispirato dalla copertina dell’album Handsome della band Kilburn and the High Roads del 1975.
- Ancora qualcosa sulla durata del brano; per il mercato americano venne prodotta una versione da 3:32 su vinile 12’’ con il lato B riempito da My Girl e Madness; tre “singoli” al prezzo di uno. In Europa invece anche i vinili da 12’’ riportavano la versione dell’LP e non la versione dilatata.
- Quando i Madness eseguirono "One Step Beyond" al loro concerto di reunion denominato “Madstock!” nell'agosto 1992, la folla cominciò a saltare all’unisono tanto da causare un piccolo terremoto. Il movimento sincronizzato dei 37.000 spettatori ha scosso i vicini grattacieli, e i balconi e le finestre si sono persino incrinati.
- Nel 2021 è stata trasmessa una docuserie sui primi anni del gruppo e si è scoperto come il gruppo non fosse formato da angioletti; ecco alcuni passi di un articolo di NME: “Le finestre rotte, le risse scolastiche e le effrazioni in casa raccontate nei successi come "Shut Up" e "Baggy Trousers" non erano finzioni ma confessionali semi-comici, a quanto pare. La più grande rivelazione nel realizzare la serie è stata "quanto fossero dei ladri, alcuni di loro. “Ho 300 dischi e non ne ho comprato uno in vita mia... […] E saltare sui treni e poi rubare roba dai treni". "Credetemi, abbiamo solo scalfito la superficie", dice Suggs. "Quando abbiamo iniziato era quasi come negli anni '60, eri una band pop, dovevi comportarti in un certo modo e fare certe cose, contro le quali abbiamo combattuto molto, essere banditi da Top Of The Pops e tutto il resto. Abbiamo lottato con ciò che ci si aspettava da noi e sullo sfondo c'era questa corrente sotterranea un po' più oscura. […] La violenza si contorce sotto la superficie della storia dei Madness, costellata di risse che hanno avuto con varie gang locali ai concerti. Suggs ricorda la Londra degli anni '70 come "come quel film The Warriors a New York. C'era un pub pieno di rockabillies, un pub pieno di Hell's Angels, ogni pub aveva la sua scena: goth, mods, skinheads, punk, soul boys... C'era questo posto chiamato The Sundown, che era una discoteca dove gli hooligan del football si picchiavano a sangue sulle note di Minnie Ripperton, e quando si annoiavano venivano a prenderci in giro...
- Per finire le curiosità, per chi non se lo ricorda proprio, può riascoltare questo suono tremendo come regalo di Youtube, ovvero la versione in “italiano”: https://www.youtube.com/watch?v=stXwtblnKok
I LUOGHI:
- Camden Town. Per chi non c’è mai stato è un quartiere di Londra un po’ difficile da spiegare anche se oggi è prettamente turistico. Se non ci siete mai stati è consigliato comunque un passaggio e non ve ne pentirete! È qui che hanno avuto origine i Madness ed è qui che hanno mosso i loro primi passi.
LE DATE:
- 26 ottobre 1979 è la data di pubblicazione del nostro singolo, uscito come primo estratto dell’album uscito il 19 dello stesso mese. Tralascio per questa volta le date di nascita dei componenti del gruppo.
LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
- Ricordando che la versione dei Madness è una cover, ci sono circa una trentina di versioni successive tra cui quella degli italianissimi Statuto, gruppo ska che si è cimentato con questo brano nel 1999 sulla traccia della versione italiana cantata dai Madness, ed è rimasto “Un passo avanti”
ALTRE TRE CANZONI IN CINQUE RIGHE:
- A seguire, dopo l’apertura di One Step Beyond viene “My Girl”, che sarà anche il secondo singolo tratto dal loro primo album del 1979. Dal secondo album uscito nel 1980 estraiamo “Baggy Trousers” e poi dal 1983 il brano che è il più conosciuto negli USA ovvero “Our House”
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recensioni
Crediti:
per alcune parti del testo:
per il testo in italiano:
traduzione del testo originale, con personale riadattamento, con google translate
per la foto della copertina:
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