081. WHO CAN IT BE NOW? (Men at Work)
Articolo pubblicato il 17 gennaio 2024
"Vengo dalla terra che è dall’altra parte del mondo…
Dove la birra scorre a fiumi e gli uomini vomitano”(Down Under)
Loro si presentavano così, forse per sfatare l’idea che in Australia ci fossero solo canguri, koala e serpenti e ragni velenosissimi.
In effetti normalmente la musica anglosassone arriva da UK e USA e cantanti o gruppi che provengono da paesi di lingua non inglese o da altri paesi del Commonwealth difficilmente riescono ad avere successo nel mondo della musica pop. Difficile ma non impossibile; poi se ci riflettiamo un attimo dall’Australia ne sono arrivati veramente molti dai Bee Gees a Kylie Minogue, da Olivia Newton-John ai Savage Garden solo per citarne alcuni.
La storia di “Who can it be now?” ripercorre quella di Colin Hay e del suo gruppo ovvero i Men at Work, anche perché fu il primo loro successo e li fece conoscere in tutto il mondo, Italia compresa.
Gli anni settanta stavano finendo e il nostro Colin, cresciuto a Melbourne, da sempre immerso nella musica (i suoi genitori possedevano un piccolo negozio di musica e suo padre, accordatore di pianoforti, era stato un cantante teatrale e ballerino) ormai non più giovanissimo, si trovava una sera nella casa sull'albero che lui e la sua ragazza avevano costruito a Bermagui, nel Nuovo Galles del Sud. Così racconta: “Ero seduto fuori di notte. Era un ottimo posto per ammazzare il tempo, rimescolare le idee. È stata solo un'idea che è venuta fuori, ci è voluta circa mezz'ora per scrivere quella canzone.”
Il testo, però, non sarebbe arrivato fino al 1981, quando Hay viveva in un complesso di appartamenti a St Kilda, un sobborgo di Melbourne. Racconta che "era quanto di più vicino a un quartiere a luci rosse si potesse trovare a Melbourne in quel momento. C'era una grande comunità rock 'n' roll, e la vita notturna era abbastanza viva. C'era anche una grande percentuale della popolazione ebraica. Vivevo in un appartamento e c'erano molte sirene della polizia e spacciatori. Era un posto fantastico in cui vivere. Non era, tuttavia, un ottimo posto per rilassarsi nel proprio salotto." Infatti il suo appartamento era vicino ad uno abitato da spacciatori, e spesso i tossici confondevano il suo appartamento con quello degli spacciatori. Il numero di persone che bussavano alla sua porta lo innervosiva al punto che aveva paura di aprire la porta, indipendentemente da chi fosse. “Avevamo uno di quei piccoli spioncini, e io strisciavo sempre verso la porta quando qualcuno bussava, per vedere chi era. Non sono mai stato sicuro di voler aprire la porta.”
Ci sarebbe da ridere, se non fosse che quel giovanotto ancora non aveva combinato molto nella sua vita: già tre anni prima Hay aveva incontrato Ron Strykert e formato un primo duo acustico. L’anno dopo, si aggiunsero Jerry Speiser e Greg Ham e iniziò l’avventura di quello che sarebbe diventato Men at Work. Anche per loro molta gavetta ma nessun vero contratto: riuscirono a pubblicare il loro primo singolo “autofinanziandosi” con una etichetta indipendente nel 1980 ma non entrò nella top 100 dell'Australian Singles Chart. Il brano comunque piaceva ed alla fine del 1980 il gruppo era "la band senza contratto più richiesta in Australia".
In un'intervista del 2015, Hay ha spiegato: "Stavo cercando di uscire dalla situazione in cui mi trovavo, ovvero che non avevo davvero soldi... Sembrava che in quel particolare momento tutti quelli che bussavano alla mia porta volessero da me qualcosa che io non avevo o non volevo dare loro. Poteva essere il denaro, o semplicemente il tempo che non volevo concedere".
Proprio il 1981 fu l’anno d’oro per i quattro musicisti; mentre suonavano in un pub in Australia, furono “scoperti” da un americano che lavorava per la CBS Records che li mise sotto contratto. Il lancio folgorante con il loro primo singolo, proprio la nostra “Who can it be now?” che raggiunse la posizione #2 e rimase in classifica per 24 settimane. L’Australia finalmente si era accorta di loro, ma la prima a prevedere questo successo era stata la ragazza di Colin Hay, nella casetta sull’albero, che, dopo averla sentita, gli disse: “Quella sarà la tua prima hit”.
La scalata alla vetta del mondo era cominciata ed il prossimo ingrediente era l’album “Business as Usual”, uscito in Australia nel novembre dell’81 ed insediatosi al #1 in quel paese insieme al loro secondo singolo “Down Under”. Tre mesi dopo i Men at Work erano il primo gruppo australiano ad avere un album in testa alle classifiche della Nuova Zelanda; a maggio ’82 lo sbarco in Canada e dopo un #8 nella classifica canadese e un tour in quel paese e negli Stati Uniti per promuovere l'album e i relativi singoli, supportando i Fleetwood Mac, arrivò il mese di ottobre quando finalmente "Who Can It Be Now?" raggiunse il #1 della Billboard Hot 100 degli Stati Uniti.
Il video https://www.youtube.com/watch?v=SECVGN4Bsgg si sposava bene con il testo che racconta la vita di un uomo paranoico all'interno del suo appartamento e, siccome MTV non aveva ancora molti video, ha ottenuto un sacco di passaggi per la sua simpatia. Colin ha raccontato come lo hanno realizzato: "Di solito erano coinvolte tre o quattro persone, e noi ci limitavamo a abbozzare uno storyboard di ciò che volevamo fare. Non avevamo molti soldi per fare i video, solo 5000-6000 dollari, quindi trovavamo amici nel settore che decidevamo di usare o trovavamo una buona location e giravamo. C'era anche una certa quantità di narrazione. Giocavamo sui nostri punti di forza, qualunque cosa ognuno di noi sapesse fare in particolare, sarebbe finita nel video. In realtà è stato un po' spontaneo, nel senso che non è stato così studiato a tavolino. Era più che altro un tentativo di mostrare la personalità della band".
Anche in questo caso il successo di una canzone, di un album e di un gruppo fu dovuto ad una serie di fattori e di circostanze favorevoli, e così ha sentenziato Colin Hay:
“Suppongo che sia una cosa rara... È un fenomeno.
Avevamo grandi aspirazioni e volevamo davvero avere successo.
In molti modi, abbiamo sempre pensato che lo saremmo stati.
Avevamo un forte pubblico dal vivo e continuava a crescere.
Quindi sentivamo davvero di essere pronti al salto.
E in effetti è quello che è successo.”
LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI “WHO CAN IT BE NOW?”
Chi può essere che bussa alla mia porta?
Va via, non venire qui di nuovo!
Non lo vedi che è notte fonda?
Sono molto stanco e non mi sento bene.
Quello che desidero è restare solo.
Stai lontano, non invadere casa mia.
Meglio se ci vediamo fuori
Non entrare, altrimenti correrò e mi nasconderò.
Chi può essere ora?
Chi può essere ora?
Chi può essere ora?
Chi può essere ora?
Chi può essere che bussa alla mia porta?
Non fa rumore, solo rumori di scarpe sul pavimento.
Se mi sente, busserà alla mia porta tutto il giorno
Sarò intrappolato, e dovrò rimanere qui.
Non ho fatto nulla di male, me ne sto per conto mio
Non c'è nulla di sbagliato nel mio stato mentale
Mi piace stare qui con il mio amico di infanzia.
Eccoli che arrivano, di nuovo quei sentimenti!
Chi può essere ora?
Chi può essere ora?
Chi può essere ora?
Chi può essere ora?
È l'uomo che mi porterà via?
Perchè mi inseguono?
Non è il futuro che vedo
È solo la mia fantasia
ooh, chi può essere ora?
Chi può essere ora?
Chi può essere ora?
Chi può essere ora?
ooh, chi può essere ora?
(Oh, yeah) ...Chi può ...chi può
ooh, chi può essere ora?
Yeah, Yeah, Yeah
CURIOSITA':
- “Who Can It Be Now?" ha una parte solista di sassofono che rende la canzone immediatamente identificabile: originariamente non entrava fino a metà della canzone, il che si adattava ai tempi quando la band la suonava nei bar. Quando l'hanno registrata, il produttore Peter McIan ha identificato il sax come un gancio e lo ha spostato all'inizio della canzone. Greg Ham, il sassofonista del gruppo, quando si è trovato in sala d’incisione ha discusso con il produttore, che gli ha detto: "Suona qualsiasi cosa e otterremo un suono con il sassofono". E così Greg ha suonato quell'assolo. Poi Peter McIan ha detto semplicemente “Grazie”. Ha suonato quell'assolo solo una volta, e quell’unica performance è quella che si sente sul disco.
- Il retro del 45 giri include un brano strumentale non presente sull’album e cioè “Anyone For Tennis?” che per chi, come me, conosce a memoria l’album lo può ascoltare qui: https://www.youtube.com/watch?v=ZyOWkKTwIdw
- In Italia l’album venne stampato e distribuito nel 1982 e la nostra canzone arrivò nella top 10 appena nei primi mesi del 1983.
- Per correttezza il gruppo all’epoca era formato da cinque componenti, oltre ai quattro già nominati c’era anche John Rees al basso e alle voci; con lui Colin Hay frontman e cantante ma anche chitarra ritmica e basso, Ron Strykert chitarra principale e basso nonché ai cori, Jerry Speiser alle percussioni e batteria nonché cori e Greg Ham che oltre alle tastiere ed alle voci suona il sassofono nella nostra canzone ed il flauto in “Down Under”.
- Business As Usual, l'album di debutto, ha venduto solo negli USA sei milioni di copie e ha trascorso 15 settimane al #1 delle classifiche americane, il regno più lungo, a quel punto, di qualsiasi album di debutto. Alla fine del 1983, Billboard nominò “Business As Usual” l'album #2 dell'anno. Dopo un altrettanto buon secondo disco, la carriera del gruppo si è interrotta al terzo album prodotto, che è stato tutto meno che un successo! Il cantante Colin Hay ha continuato la sua carriera da solista sfornando una decina di album; nel 2003 ha registrato una versione acustica dei suoi successi, ovviamente anche quelli scritti sotto il nome “Men at Work” e questa è la versione della nostra “Who can it be now?”: https://www.youtube.com/watch?v=sXtxkaobUtc
- L’album è stato un vero successo mondiale e stampato in quasi duecento versioni diverse; la copertina uscita originariamente in bianco e nero è stata stampata in moltissimi paesi in giallo su nero. Ecco alcuni paesi esotici dove è stato stampato: Sud Corea, Indonesia, Arabia Saudita, Sud Africa, Malaysia, India, Hong Kong, Zimbabwe, Israele ed anche in Russia e Turchia.
I LUOGHI:
- Melbourne, ovviamente: è la capitale dello Stato di Victoria, nell'Australia sud-orientale, ed è la seconda città più popolosa dell'Australia dopo Sydney. Essa corrisponde con la più ampia conurbazione chiamata informalmente Grande Melbourne o Greater Melbourne, costituita di 31 municipalità che, nel complesso, racchiudono circa cinque milioni di persone, rendendola la seconda area urbana più popolata della federazione dopo Sydney. La municipalità chiamata City of Melbourne ne rappresenta il centro storico ed è la capitale dello Stato di Victoria. Spesso riportata come "capitale culturale d'Australia" e "Città giardino", Melbourne è un indiscusso centro culturale internazionale, ed è stata la seconda città al mondo dopo Edimburgo ad essere nominata "Città Letteraria" dall'UNESCO. A Melbourne è nato il cinema australiano (come pure il primo lungometraggio nella storia del cinema), la televisione australiana, l'arte impressionista australiana e una lunga serie di correnti artistiche, dalla musica alla letteratura. Città multiculturale per antonomasia, Melbourne trova nello sport e nella varietà di cibi e tradizioni ulteriori punti di eccellenza. Anche per questo è stata nominata per sette anni consecutivi "città più vivibile al mondo" secondo la speciale classifica stilata da The Economist. ( https://it.wikipedia.org/wiki/Melbourne )
LE DATE:
- "Who Can It Be Now" è stato pubblicato per la prima volta in Australia il 25 maggio 1981 e solo il 30 ottobre 1982 è andato al #1 della Hot 100 USA. Come si diceva, nel frattempo era uscito anche il loro primo album il giorno 9 novembre 1981 sempre in Australia. Colin James Hay è nato il 29 giugno 1953.
LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
- Quasi una trentina quelle raccolte sul sito! Salta all’occhio la presenza di Ringo Starr con la sua “All-Starr Band” che ha rifatto la canzone nel 2008, ma alla voce ha chiamato il suo autore Colin Hay. https://www.youtube.com/watch?v=8gQF73PdEv0 . Il produttore JR Rotem ha utilizzato il famoso ritornello di sax nel brano del 2010 di Jason Derulo "Love Hangover".
ALTRE TRE CANZONI IN CINQUE RIGHE:
- “Down Under” non può mancare perché è forse la canzone più famosa del gruppo, accanto alla nostra. Poi dal secondo album, due brani che hanno rinvigorito la loro fama ovvero “Overkill” e “It’s a Mistake” con l’invito a riascoltare, per intero, i primi due album dei Men at Work.
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recensioni
Crediti:
per alcune parti del testo:
per il testo in italiano:
per la foto della copertina:
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