076. MORE THAN I CAN BEAR (Matt Bianco)
Articolo pubblicato il 23 dicembre 2023
Uscire dagli schemi per creare qualcosa
che non è
collegato alla moda del momento.
Forse è proprio questa la ricetta di lunga vita
nel
mondo dell’arte in generale ma soprattutto nella musica!
E fuori dagli schemi lo furono fin da principio.
Proprio nel periodo di maggior espansione dell’elettronica ma anche della musica dark, punk e post punk, ci furono diversi artisti che preferirono restare fuori da quelle mode “passeggere” e produssero musica che ancor’oggi suona “fresca” come fosse appena stata creata; ho già parlato di Sade o degli Style Council, ma lo furono a loro modo anche i Prefab Sprout, gli Everything But the Girl e i Simply Red; c’erano poi molti altri tra cui ricordo con piacere, e che non ho ancora mai citato, i Working Week, gli Animal Nightlife ed gli Swing Out Sisters, tutti accomunati sotto lo stesso tetto che qualcuno ha chiamato Sophisti-Pop e la cui lista si può leggere qui: https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_sophisti-pop_artists
Se non si può, a questo punto, non ricordare che il padre indiscusso di tutta questa corrente fu Bryan Ferry, al tempo ancora sotto il marchio Roxy Music con il loro ultimo album Avalon, e con i suoi due successivi album da solista “Bête Noire” e ”Boys and Girls”, dobbiamo anche sottolineare come uno dei gruppi che indiscutibilmente hanno contraddistinto questo genere sono stati i Matt Bianco di cui racconterò la storia di uno dei loro migliori singoli, ovvero “More Than I Can Bear”.
La storia dei Matt Bianco affonda le sue radici in uno strano collettivo musicale chiamato “Blue Rondo A La Turk”. Non mi dilungo sulle vicende di questo mega gruppo ma lascio al vostro ascolto questo brano che, uscito come singolo, venne usato anche come tema musicale in quel favoloso, per noi italiani, mondiale di calcio di Spagna 1982: la canzone si intitolava “Me & Mr. Sanchez” https://www.youtube.com/watch?v=7xF6_SnPfgw&t=19s . Dopo una manciata di singoli ed un solo album prodotto, il collettivo arrivato a dieci elementi cominciò a perdere alcuni pezzi e si disgregò; tre pedine andarono a fondare un nuovo gruppo portando con sé delle sonorità e dei ritmi già più volte suonati ed interiorizzati.
Il chitarrista Mark Reilly, il bassista Kito Poncioni ed il tastierista Daniel “Danny” White avevano alcune idee in comune tra cui come scegliere il nome del loro nuovo gruppo; dopo un breve periodo come “Bronze” volevano trovare un nome di pura fantasia ma che ricordasse in qualche modo il mondo delle spie e dei film noir. Matt Bianco era perfetto.
Uno dei problemi da risolvere era poi trovare chi cantasse i brani e così racconta Reilly: “non ho iniziato come cantante, in questo campo, ma piuttosto suonando la chitarra, quando ero con i Blue Rondo A La Turk. Quando abbiamo messo insieme Matt Bianco, stavamo scrivendo canzoni ma non avevamo un vero cantante, così ho scoperto che il migliore, tra noi tre, chi poteva cantare meglio, ero io. Quindi, è successo tutto per caso, davvero".
Nel frattempo la loro strada stava per incrociarsi con una giovane cantante polacca da poco trasferitasi a Londra; come già accaduto altre volte, grazie ad un annuncio sulla rivista Melody Maker, venne scelta Basia Trzetrzelewska per completare il gruppo proprio in quella parte più debole.
Quando ormai tutto era pronto e lanciato il primo singolo "Get Out of Your Lazy Bed" che arrivò addirittura al #15 in UK, Poncioni decise di lasciare il gruppo, che si ritrovò ad essere un trio, ma forse sarebbe meglio dire un triangolo, in quanto tra la cantante Basia e il bel Danny iniziò un rapporto che andò oltre quello strettamente professionale e portò la coppia ad abbandonare la nave non appena si esaurì l’onda alzata dal loro primo album “Whose Side Are You On?”.
Ascoltando quel loro lavoro troviamo un mix di stili musicali: si va dal Jazz alla musica latina, dalla bossa nova al soul, un po’ di swing ma anche ovviamente il pop. Ah sì, c’era anche una “ballad” ed è proprio la nostra canzone.
Da quell’album vennero addirittura estratti cinque singoli e “dulcis in fundo” a più di un anno da quel primo brano, che aveva acceso i riflettori sul gruppo, venne pubblicata come singolo la nostra canzone. Diciamo subito che non ebbe un gran riscontro in fatto di vendite restando solo sette settimane nella classifica UK e raggiungendo un non ragguardevole #50.
La canzone, scritta da Mark Reilly insieme a Danny White e da loro anche prodotta, si apre con un assolo vocale di Basia per proseguire con assoli di sassofono e riff di chitarra ritmica; attingendo a piene mani dal jazz, il brano ricrea un’atmosfera malinconica e tormentata aggiungendo ancor maggior pathos al brano, e di conseguenza aumentando l'impatto emotivo del testo. L'arrangiamento di “More Than I Can Bear” è meticolosamente realizzato, mettendo in mostra l'eccezionale musicalità di Matt Bianco. La sezione ritmica guida il ritmo della canzone, fornendo una solida base per la performance vocale. La combinazione degli assoli di pianoforte, sassofono e chitarra mette in mostra la versatilità musicale della band e aggiunge strati di profondità al suono complessivo.
Come più volte dichiarato dall’autore, le sue canzoni provengono da esperienze di vita reale. Sarà probabilmente pertanto successo anche a lui di vedere la propria mente in lotta con il cuore: anche se una storia d’amore è finita, il solo scontrarsi con l’evidenza di ciò (vedendo la propria ex con un altro) può risultare talmente scioccante da portare ad un esame di coscienza per trarre la logica conclusione che l’amore c’è ancora ed allora entra in gioco la gelosia che rende le cose ancora più difficili.
Il video diretto da Pete Cornish ci riporta, stilisticamente, alle atmosfere degli anni ’40 con l’utilizzo di abiti ed ambientazioni d’epoca; la narrazione è scandita utilizzando due diverse colorazioni: una tonalità virata in seppia per descrivere il cantante nella sua depressione, mentre viene usato il colore naturale per le riprese di Basia insieme al pianista Danny con cui era coppia anche nella vita. Bisogna dire che il nostro Mark è entrato molto bene nella parte, barba lunga e sguardo perso nel vuoto, ridotto quasi allo stato di barbone, evidentemente dovuto alla fine della storia vissuta con la cantante… lo si capisce nel corso del video quando appare anche lui elegantissimo (e virato in seppia) in un ricordo di un momento passato insieme alla sua ex. https://www.youtube.com/watch?v=Z6erVeMaRD0
Come detto, la nostra canzone segnò anche l’ultimo atto di quella formazione prima che ognuno dei tre prendesse una nuova strada, comunque lunga e ricca di soddisfazioni. Il nome Matt Bianco non venne abbandonato e rimane fino ad oggi una specie di alias del nostro Reilly, che continua a calcare i palcoscenici insieme a nuovi compagni di viaggio.
A suo merito va riconosciuto che possiede un dono unico: la capacità di mescolare nella sua musica generi musicali diversi, combinandoli insieme per creare uno stile personale dove i confini tra quei generi sono abbattuti e non esistono più.
LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI “MORE THAN I CAN BEAR”
La canzone parla di un tema classico del pop, la gelosia. Il protagonista, che pensa di aver superato una storia ormai chiusa, casualmente incontra la sua vecchia fiamma insieme al suo nuovo compagno. E da quel momento, il pensiero di questo sconosciuto in intimità con la sua ex si fa strada nella sua anima, fino a fargli perdere il sonno. E alla fine il protagonista ammette di amarla ancora.
Pensavo di averti dimenticata.
Come mi sbagliavo!
Perché mi sono imbattuto in te?
E si è innescata questa reazione a catena?
Me lo sentivo, stava crescendo dentro di me
Quando all'improvviso
Oh, era più di quello che potessi sopportare
Mm, più di quello che potessi sopportare
Quando ti ho vista
Camminare lungo la strada con un altro
Non potevo credere che fosse vero
Era vero, yeah
Mi riesce difficile dormire la notte
Questa gelosia brucia come un fuoco vivo
Le visioni di quell'altro
Mi tormentano fino a distruggermi, oh yeah
Io penso a lui
Mentre fa l'amore con te
E' più di quello che io possa...
Oh, è più di quello che potessi sopportare
Yeah
Yeah
(Più di quello che potessi sopportare)
Oh yeah, oh, yeah, oh yeah, ragazza
(Più di quello che potessi sopportare)
Camminare lungo la strada con un altro
(Più di quello che potessi sopportare)
Non potevo credere che fosse vero
(Più di quello che potessi sopportare)
Ed era vero
Quando ti ho vista
(Più di quello che potessi sopportare)
Camminare lungo la strada con un altro
(Più di quello che potessi sopportare)
Ho chiuso gli occhi
So che non ti ho dimenticata
(Più di quello che potessi sopportare)
Dimenticata....
Quando ti ho vista
Camminare lungo la strada con un altro
Ho chiuso i miei occhi
So che non ti ho dimenticata
Mm, ti amo ancora, baby
(Più di quello che potessi sopportare)
Yeah, ti amo ancora baby
(Più di quello che potessi sopportare)
Hey, ti amo ancora baby
(Più di quello che potessi sopportare)
Yeah, yeah
(Più di quello che potessi sopportare)
(Più di quello che potessi sopportare)
Yeah, yeah
Yeah, yeah
CURIOSITA':
- Il nostro brano è come detto uno dei cavalli di battaglia dei Matt Bianco! All’epoca uscì anche la versione extended che dura quasi otto minuti, che invito ad ascoltare qui: https://www.youtube.com/watch?v=YuQ3P92DyCc Nel 2016 l’intero album è stato ristampato con numerose bonus tracks tra cui una nuova versione remix un po’ più lunga dell’originale; per sottolineare l’uscita dal gruppo della cantante, esiste anche una versione“(without Basia)” che rinuncia a tutta l’intro https://www.youtube.com/watch?v=dH5Av5ZPKcg . Nella sua carriera successiva Mark Reilly ha più volte ripubblicato il brano in nuove versioni ufficiali: nel 1986 inserita nel secondo album dei Matt Bianco e poi nel 2010 e nel 2022 in un album di rivisitazioni dei suoi successi passati.
- Oltre ai soliti mercati, l’album venne stampato anche in Sud Africa, Brasile, Nuova Zelanda, Filippine e Giappone tutti paesi dove il gruppo continua ad avere un discreto seguito.
- È la prima volta che mi accade, ma non ho trovato la pagina di wikipedia dedicata alla canzone! Eppure non è del tutto sconosciuta ed anzi è una delle migliori prodotte dal gruppo.
I LUOGHI:
- Polonia: ovviamente in onore della cantante Basia che nacque in una cittadina nella regione di Katowice e visse in quel paese prima di trasferirsi a Londra dove trovò “fortuna”.
LE DATE:
- La “data di nascita” della nostra canzone è la stessa dell’album che la contiene ovvero il 10 Agosto 1984 data di pubblicazione in UK; come si diceva venne poi pubblicata come singolo appena il 2 Marzo 1985. Barbara Stanisława “Basia” Trzetrzelewska, è nata il 30 settembre 1954 e Mark Reilly, invece il 20 febbraio 1960; per chiudere il trio Danny White è nato il 26 agosto 1959.
LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
- Meno di una decina le cover accertate e tutte praticamente sono successive al 2013 ovvero circa trent’anni da quando il brano è uscito. È capibile poiché il brano è molto adattabile alla tendenza di eseguire versioni lounge/jazz di brani conosciuti. Non si trovano pertanto interpreti famosi che si siano cimentati con questo brano.
- Pescherò in questo album due canzoni e cioè “Sneaking Out Of The Back Door” e la cosiddetta title-track ovvero “Whose Side Are You On?”. Poi dalle due carriere soliste scelgo comunque quella dei Matt Bianco di Mark e per dimostrare come sia proseguita sullo stesso solco, dall’album Indigo del 1988, il terzo brano è “Don't Blame It on That Girl”.
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recensioni
Crediti:
per alcune parti del testo:
- https://www.lopinionista.it/notizia.php?id=867
- https://www.bluebirdreviews.com/interviews/998-releasing-anxiety-through-music-in-conversation-with-mark-reilly-matt-bianco
- https://en.wikipedia.org/wiki/Blue_Rondo_%C3%A0_la_Turk_(band)
- https://80sneverend.com/it/more-than-i-can-bear/
- https://oldtimemusic.com/the-meaning-behind-the-song-more-than-i-can-bear-by-matt-bianco/
per la foto della copertina: