047. KARMA CHAMELEON (Culture Club) - 200 canzoni 200 storie

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047. KARMA CHAMELEON (Culture Club)

Articolo pubblicato il 14 aprile 2022





George Alan O'Dowd! Chi era costui?
ruminava tra sé... seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con il computer aperto davanti.
E poi: "Karma Chameleon" o "Do You Really Want To Hurt Me",
questo è il dilemma.
Si! lo so, un piccolo giochetto letterario per introdurre qualcosa di molto più leggero ma che al pari di altre ben più importanti opere ha colpito il cuore di molti di noi che allora (si! Sempre in quegli anni '80) erano giovani.
Io ho sempre preferito "Do You Really Want To Hurt Me" ma come accade ormai troppo spesso questa storia è stata già raccontata e si trova in internet cliccando su questo link: https://www.rockol.it/news-725360/culture-club-la-storia-di-do-you-really-want-to-hurt-me  .
Un po' a malincuore, ma forse incontrando il favore di molti di più, racconterò la storia del camaleonte karma che su Spotify straccia per ascolti tutte le altre dei Culture Club (più di 400 mila ascolti rispetto ai 100 mila di "Do you really" e alle 10mila di tutte le altre).
Come poteva chiamarsi un gruppo con un ragazzo irlandese gay come cantante e front-man, un britannico nero al basso, un inglese biondo alla chitarra e tastiere e un batterista ebreo? Culture Club penso sia stato proprio un nome azzeccato e la loro musica, al pari, ha combinato la new wave britannica con il soul e il pop americani; ma non solo: troviamo canzoni in stile reggae giamaicano, calypso, salsa e con "Karma Chameleon", addirittura si è andata a scomodare la musica country made in USA.
Anche per i Culture Club la storia si ripete: due singoli d'esordio ed il nulla! Poi una canzone non amata dal gruppo, ma soprattutto non amata da Boy George, spinta da chi probabilmente ne capiva di più su quello che il pubblico voleva e arriva il botto (#1 in patria e #2 negli USA): "Do You Really Want To Hurt Me" lancia definitivamente il gruppo in tutto il mondo e fa conoscere soprattutto il suo cantante e front-man che conia un nuovo stile, copiato da molti, basato sulla sua ambiguità sessuale. A questo punto però non si può non parlare della love story che ha segnato la vita di Boy George e molte delle sue canzoni; in quegli anni infatti, siamo nei primi anni '80, gli amori omosessuali non erano proprio ben accettati e il pubblico ed i media dell'epoca erano all'oscuro sul rapporto amoroso tra Boy George e il batterista del gruppo Jon Moss. Quest'ultimo proprio non voleva che quel rapporto diventasse di pubblico dominio e si racconta che, anche per questo motivo, spesso sfociasse in violenze verbali e forse anche fisiche tra i due; un rapporto durato quattro anni, forse più, ovvero gli anni della nascita e del massimo splendore del gruppo che si sciolse proprio quando questo rapporto finì e Boy George scivolò nel mondo della tossicodipendenza. Ricordo ancora quando venne arrestato dalla polizia per possesso di eroina! Una fine veramente stridente con la figura che tutti noi avevamo immaginato fosse Boy George.
Tutte e due le canzoni di cui abbiamo parlato finora sono intrise, nei loro testi, da questo rapporto e, anche se spesso negato dai due interessati, non si può non pensare che i testi scritti proprio da Boy George non siano che un modo per rivolgersi al suo amato e rimproverargli errori e motivi di contrasto.
Dopo il successo dell'album d'esordio i Culture Club doppiarono il successo con il secondo LP uscito nell'ottobre 1983 vendendo in giro per il mondo qualcosa come dieci milioni di copie. Anticipato da "Church of the Poison Mind" nell'aprile dell'83 ma soprattutto dal nostro "Karma Chameleon" uscito il 6 settembre in UK, l'album che si intitola "Colour by numbers" portò in dote altri tre singoli ("Victims", "Miss Me Blind" e "It's a Miracle") ma la vetta restò quella toccata proprio dalla nostra canzone e proprio su questa così riporta Wikipedia: Il disco è rimasto al numero uno per sei settimane ed è diventato il singolo più venduto del Regno Unito dell'anno 1983, vendendo 955.000 copie [...] Ha anche trascorso tre settimane al numero uno della Billboard Hot 100 degli Stati Uniti all'inizio del 1984, diventando il più grande successo del gruppo e l'unico singolo numero uno negli Stati Uniti tra i loro molti successi top-10. Il singolo ha venduto oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo." E' stato #1 tra l'altro in Canada, Australia e Nuova Zelanda, Spagna Svezia Svizzera Olanda e anche in Sud Africa.
Il video del brano, di cui parlerò più approfonditamente nelle curiosità, proprio perché è pieno di curiosità si può vedere cliccando su https://www.youtube.com/watch?v=5MdOYG4SZjM&t=13s .
Ma la prima domanda che dovrebbe nascere è: cosa c'entra un camaleonte con il karma? Ce lo spiega il suo autore: "La canzone parla della paura di essere esclusi perché si ha un'opinione differente dalla massa, e di come a volte si cerchi a tutti i costi di soddisfare troppe parti diverse, un po' come i camaleonti che cambiano colore a seconda di ciò che li circonda. [...] Fondamentalmente, se non sei vero, se non ti comporti come ti senti, allora ottieni la giustizia del Karma, questo è il modo in cui la natura ti ripaga." In merito al testo riporto quanto trovato su una pagina web, che cito alla fine, illeggibile a dire il vero, ma piena di spunti molto interessanti: "Spesso accusati di produrre null'altro che innocua, seppur piacevole, "bubble-gum music", cioè musica effimera, il cui valore nel tempo è simile a quello di una gomma americana, che si mastica e si getta via quando perde il suo sapore, i Culture Club, grazie all'estro creativo dimostrato dal cantante Boy George nella composizione dei testi (oltre che nella cura del look, a cui la stampa ha prestato eccessiva attenzione, finendo con l'oscurare ben più importanti pregi e meriti artistici), hanno spesso creato dei piccoli capolavori letterari, apparentemente mascherati da canzoncine facili da cantare, tormentoni che restano in mente e che ci si ritrova a fischiettare senza neanche rendersene conto. All'apparenza uno di questi è "Karma Chameleon", che sotto la sua melodia allegra (in ultima analisi neanche tanto, ad ascoltarne bene le note, a tratti apertamente malinconiche, suggellate da quel Si bemolle iniziale che ne situa l'atmosfera), nasconde invece un testo dal sapore ironicamente amaro [...] Basta scorrere un paio di versi rappresentativi, primo su tutti, quello ripetuto più volte nel corso della canzone, "you come and go, you come and go", dove il tradizionale ordine degli elementi dell'andirivieni, l'andare e venire, viene esplicitamente rovesciato, a creare la palese, forte, spinta allusione agli incontri veloci, alle storie dove il sesso trionfa sull'amore, e non appena l'atto è terminato, ecco il partner prendere il volo, e da qui prende il suo senso quell'amareggiato 'tu vieni e vai, vieni e poi te ne vai' [...] Ȩ impietosamente rafforzato dalla seconda strofa in generale, in particolare dalle frasi che la chiudono, che, tradotte, suonano qualcosa come "Quando ci stringiamo, il nostro amore è forte, quando te ne vai via, è per sempre, sai soltanto ingannare, sai soltanto ingannare" (You string along).
Come già successo altre volte a noi italiani, pensavamo di canticchiare una canzone allegra, invece è tutt'altro che gioiosa a quanto pare;
forse però la stessa cosa ci accade quando canticchiamo anche le nostre canzoni, quelle scritte nella nostra lingua.
Sic!


LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI "KARMA CHAMELEON":

Nei tuoi occhi c'è un deserto d'amore
se io dessi ascolto alle tue bugie, diresti
Sono un uomo senza determinazione
Sono un uomo che non conosce
Come vendere una contraddizione.
Tu vieni e te ne vai, vieni e te ne vai.
Karma karma karma karma karma camaleontico
Tu vieni e te ne vai, vieni e te ne vai
Amare sarebbe facile se i tuoi colori fossero come i miei sogni
Rosso, oro e verde, rosso oro e verde.
Non hai ascoltato le tue parole cattive di ogni giorno
ed eri solita essere così dolce, ti ho sentita dire
Che il mio amore era una dipendenza
quando ci stringiamo, il nostro amore è forte
Quando te ne vai, te ne vai per sempre
sai soltanto ingannare, sai soltanto ingannare.
Karma karma karma karma karma camaleontico
Tu vieni e te ne vai, vieni e te ne vai
Amare sarebbe facile se i tuoi colori fossero come i miei sogni
Rosso, oro e verde, rosso oro e verde.
Ogni giorno è una lotta alla sopravvivenza
Sei il mio amore, non una rivale
Ogni giorno è una lotta alla sopravvivenza
Sei il mio amore, non una rivale.
Sono un uomo senza determinazione
Sono un uomo che non conosce
Come vendere una contraddizione
Tu vieni e te ne vai, vieni e te ne vai
Karma karma karma karma karma camaleontico
Tu vieni e te ne vai, vieni e te ne vai
Amare sarebbe facile se i tuoi colori fossero come i miei sogni
Rosso, oro e verde
Karma karma karma karma karma camaleontico
Tu vieni e te ne vai, vieni e te ne vai
Amare sarebbe facile se i tuoi colori fossero come i miei sogni
Rosso, oro e verde
CURIOSITA':
  • Il videoclip di Karma Chameleon, diretto da Peter Sinclair, come ben descritto nel titolo, è ambientato sul Mississippi nel 1870 e su un traghetto che si chiama THE CHAMELEON. In effetti sembra proprio di essere a New Orleans ma in verità il video è stato girato sulle rive del Tamigi, per la precisione a Despra Island, Weybridge e la barca si chiama "New Southern Belle" ed all'epoca faceva servizio turistico in quel luogo.
  • Nel testo della canzone appare spesso la triade di colori (red-gold-green) ed in effetti spesso questi colori appaiono nei costumi d'epoca dei ballerini-attori ed anche Boy George, pur molto più colorato, indossa in prevalenza gli stessi colori: come sono stati interpretati i colori dei sogni del cantante? Seguendo il feeling del testo qualcuno propone rosso della collera, l'oro dei soldi e il verde dell'invidia. Boy George stesso spiegò che si trattava, molto più facilmente, dei colori della bandiera della Giamaica, (una terra che aveva da poco visitato e di cui si era perdutamente innamorato) e anche per ringraziare, a mio parere, la musica reggae che così gli aveva portato fortuna con "Do you really want to hurt me". Un'altra interpretazione, parimenti accettabile ed ante-litteram, ci svela che si tratta di colori simbolici delle comunità gay degli anni '80 soprattutto negli Stati Uniti, quindi potrebbe essere una specie di bandiera arcobaleno con qualche decennio di anticipo.
  • Il "riverboat gambler" (giocatore d'azzardo su un battello fluviale): è uno dei personaggi del video, un ladruncolo che si aggira tra la folla prima dell'arrivo del traghetto e durante il viaggio bara a carte, viene scoperto e gettato fuori dalla barca. Sicuramente a lui allude "Wishing Well" uno dei primissimi successi dell'allora debuttante Terence Trent D'Arby (brano presente nel suo album d'esordio del 1988 "Introducing The Hardline According To...").
  • La canzone fu un vero successo, all'epoca e fu parodiata diverse volte, usata in videogiochi e citata nonché inserita in numerosissimi film e serie Tv (la lista completa si può trovare su: https://www.songfacts.com/facts/culture-club/karma-chameleon )
  • Le note sono sette, dicono e così è facile trovare canzoni che ricalcano, almeno in parte un'altra canzone. Quante note ci siano in internet nessuno lo sa, ma per dovere di correttezza e per salutare il curatore di quella bellissima pagina facebook, segnalo che la storia di questa canzone, scritta in maniera un po' diversa ma che la racconta altrettanto bene, è anche qui, al link:
  • https://www.facebook.com/Le1000CanzoniPiuBelleDiTuttiITempi/posts/pfbid02vTr6kfBfLEkAM6zom3g3fqtMHH7R1SagKwPCAdVswsspBx9ytj9JwgycjqNBGA5Pl

I LUOGHI:
  • New Orleans: anche se il video, in vero, non c'entra niente con il testo della canzone, la citazione mi sembra d'obbligo. Il video ci trasporta in un'altra terra, che non poteva essere la Giamaica, e la sua musicalità, l'armonica ricorrente, ci fa scuramente ricordare quelle terre, dove originò la cosiddetta musica nera.

LE DATE:
  • Uscito il 5 forse il 6 settembre 1983 il brano anticipò l'album dato alle stampe solo il 10 ottobre di quell'anno. Boy George era nato il 14 giugno del 1961 ed era perciò ventiduenne quando toccò il punto massimo della sua carriera; gli altri componenti erano: l'amato batterista Jon Moss (Jonathan Aubrey Moss nato l'11 Settembre del 1957), Mikey Craig bassista di origini giamaicane nato il 15 febbraio 1960, e Roy Hay (chitarra) nato il 12 agosto 1961.

LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
  • Il nostro sito di riferimento ci riporta una cinquantina di cover, tra cui le traduzioni in spagnolo, croato e svedese: tra gli altri sconosciuti si è cimentato nella cover del brano il nostro Lou Bega (mister Mambo nr.5).

ALTRE TRE CANZONI IN CINQUE RIGHE:
  • Non-può-mancare: "Do You Really Want To Hurt Me" e come si potrebbe dimenticarla. Poi tra le tantissime altre penso che opterò, dallo stesso album, per la lenta "Victims" e soprattutto per il periodo che stiamo vivendo, dal successivo LP dell'84 "The War Song" che ci ricorda, se mai servisse, che la guerra è una cosa stupida.
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