033. DO IT AGAIN (Steely Dan)
Articolo pubblicato il 24 giugno 2021
Avete amici a cena e non sapete cosa ascoltare in sottofondo?
Allora su Spotify scrivete "aja" e fate play su album.
Mi ringrazierete!
Se invece possedete il vinile o il CD allora sicuramente sarete inorriditi leggendo questa intro! Ma da qualcosa bisogna pur cominciare. In effetti potevo cominciare con questa definizione che ho trovato in internet e che penso sia perfetta per i nostri “Steely Dan: la band che quasi nessuno ricorda ma che piace a tutti i musicisti”.
E proprio per questo motivo che questa volta proverò a parlare di “Do it Again” il brano più famoso ed immortale degli Steely Dan, fuori dal suo contesto naturale, raccontando invece un altro album: il capolavoro chiamato “Aja” di cinque anni dopo! In più ho deciso di riservare un’altra storia per uno dei due geni dietro a questo “progetto” ovvero Donald Fagen.
“Donald Fagen, nato a Passaic, New Jersey, (ma a poche miglia da NY City) nel 1948, e Walter Becker, nato nel Queens, New York, nel 1950, si conobbero nel 1967 al Bard College di Hudson Valley, New York, incontro casuale che propiziò un sodalizio durato anni. Insieme suonarono nel “Bard Rock Group” con Chevy Chase alla batteria, che sarebbe diventato poi un famoso attore comico.” Dopo alcuni anni di gavetta, di serate nei club di N.Y., di alcune amicizie illustri quali l’attore comico Richard Pryor ma soprattutto il loro futuro produttore Gary Katz il duo riuscì ad emergere: fu proprio Katz che, chiamato a Los Angeles dalla ABC/Dunhill, impose Fagen & Becker come autori di canzoni per ragazzi. Donald e Walter iniziarono segretamente ad assemblare una band “importando” i vari membri dalla costa orientale; il gruppo iniziò a provare in un'ala non finita dell'edificio ABC e diverse settimane dopo, il gruppo iniziò a registrare il loro primo album al Village Recorders di West Hollywood.
Correva l’anno 1972 e gli Steely Dan sfornarono così l’album “Can’t Buy A Thrill” che si rivelò uno degli esordi più belli del rock. Uno dei singoli scelti per fare da apripista e supporto all’album, che entrò nella Billboard Top 20 americana rimanendo per un anno in classifica, era proprio il nostro “Do it Again” un brano immortale, come l’ho definito, perché sicuramente tutti lo conoscono anche se non sanno proprio né chi ne sia il padre, né da dove venga; ora voi lo sapete!
Con il ritmo di un album all’anno, arriviamo all’anno 1977 ed al loro sesto LP, intitolato “Aja”; “uno dei dischi più importanti della storia del pop e primo album interamente lavorato dal duo Fagen/Becker. L’apice della loro carriera e anche uno dei punti più alti della musica pop, che segna il raggiungimento di una eleganza formale rivoluzionaria per la cura ossessiva dei suoni e degli arrangiamenti. Quasi due anni di lavoro per realizzare sette grandiosi brani che hanno esercitato forti influenze anche su artisti e produttori al di sopra di ogni sospetto. Primo Disco di platino della loro carriera, “Aja”; raggiunge il terzo posto della classifica dietro soltanto a “Rumours” dei Fleetwood Mac e “The Stranger” di Billy Joel, vendendo cinque milioni di copie; […] Una band che così, dallo stato di semi-culto, passava ora alle grandi platee pop.
Il titolo dell’album fa riferimento all’Asia “come simbolo di bellezza e sensualità, fu ispirato dal nome della moglie coreana di un amico di scuola di Fagen, ed è il resoconto di tutte le visioni raffinate e personali che Donald Fagen e Walter Becker avevano del loro intendere la musica. E la sintesi definitiva di tutto ciò che è compreso tra Charlie Parker, Charlie Mingus e i Beatles, la sublimazione di un’attitudine, l’estasi della contaminazione stilistica. In sette episodi viene assemblata tutta la musica popolare moderna degli ultimi trent’anni, decontestualizzandola. Il raccordo di una serie di riferimenti sia a generi musicali specifici, sia a parecchi stili ben precisi nell’ambito di uno o dell’altro genere musicale. Il tutto, secondo un progetto lucidamente coordinato e seguito nei minimi particolari in cui ogni nesso è intenzionale, strumento di coesione tra musica bianca e musica nera, jazz e rock”. Ovviamente non sono parole mie ma di Mauro Ronconi, che ne capisce sicuramente più di me, ed ha sintetizzato lucidamente la bellezza e il senso di questa perla che ovviamente invito tutti ad ascoltare, anche se non avete amici a cena!
Ritorniamo alla nostra "Do It Again" e cominciamo dal testo: i soggetti dei testi di Steely Dan sono diversi, ma nel loro approccio di base sono personaggi immaginari di un universo popolato da perdenti, servili e sognatori falliti, spesso vittime delle proprie ossessioni, dipendenze e delusioni: tutti o quasi ricordano Los Angeles o New York City, le due principali città in cui Becker e Fagen hanno vissuto e lavorato. "Do It Again" apre questa carrellata di varie umanità raccontando in tre strofe la storia di Jack, incapace di comandare il proprio destino e per l’appunto destinato a ricadere negli stessi errori pur potendo “tornare indietro”.
Droga (l’acqua del primo verso) per cui rischia di essere messo alla forca, sesso (ma in questo caso è un perdente tradito e sfruttato dalla sua amante) e gioco d’azzardo: noi, da buoni amici, potremmo dirgli “Go back, Jack” ma tanto lui non riuscirà mai a liberarsene.
La canzone "Do It Again" è accreditata a Becker/Fagen con quest’ultimo a fare da voce solista: ne esistono però due versioni diverse, quella presente sull'LP (di quasi sei minuti https://www.youtube.com/watch?v=jmdiKePVUy8 ) e il singolo (di quattro minuti scarsi https://www.youtube.com/watch?v=jKxJpR2wmvA che accorciava l'intro e l'outro e ometteva l'assolo d'organo), per dimostrare, fin dall'inizio, che erano due entità "diverse".
Guardando il video tratto da una esibizione live dei Steely Dan al programma “Midnight Special” registrato agli NBC Studios di Burbank in California, (https://www.youtube.com/watch?v=sdfV175GlvM&t=61s ) spicca però la figura di David Palmer che canta il pezzo, con Donald Fagen che si aggiunge nel coro del ritornello e Walter Becker che si vede solo alla fine, un po’ defilato con il suo basso; l’assolo di sitar elettrico è eseguito da Denny Dias. Infatti, siccome Donald Fagen all’epoca era afflitto da un disturbo intermittente di panico, il gruppo dovette trovare un altro cantante come frontman per il tour che la casa discografica si attendeva dal gruppo come completamento dell'album e fu scelto David Palmer che restò però solo per due anni nel gruppo.
Per chiudere quindi ricordiamo che, non solo per il nostro Jack, ma per tutti noi:
“Wheel turnin' 'round and 'round”
La ruota gira e gira e gira…
LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI "DO IT AGAIN":
Al mattino inizi a sparare
All’uomo che ti ha rubato l’acqua
E tu apri il fuoco finché non è finito
Ma ti catturano alla frontiera
E tutti i partecipanti al funerale cantano
Mentre ti trascinano per i piedi
ma il boia è fuori servizio
e ti lasciano sulla strada
Torna indietro, Jack, fallo di nuovo
La ruota gira e torna a girare
Torna indietro, Jack, fallo di nuovo
Quando sai che lei non è una arrampicatrice
allora trovi che sia la tua sola amica
In una stanza con la tua traditrice
E sei sicuro che sei vicino alla fine
allora ami una selvaggia
E lei ti porta solo dolore
per tutto il tempo che lei sorride sai che
domani sarai in ginocchio.
Torna indietro, Jack, fallo di nuovo
La ruota gira e torna a girare
Torna indietro, Jack, fallo di nuovo
Ora imprechi, e scalci, e ci scongiuri
Che tu non sei un giocatore d’azzardo
Più tardi ti hanno trovato di nuovo a Las Vegas
Con la manopola della slot nella mano
Le tue carte nere possono farti fare soldi
così le nascondi quando puoi
Nella terra del latte e del miele
devi metterle sul tavolo.
Torna indietro, Jack, fallo di nuovo
La ruota gira e torna a girare
Torna indietro, Jack, fallo di nuovo
CURIOSITA':
- Iniziamo con due mini curiosità legate al primo album: la prima è legata alla copertina che gli stessi Steely Dan hanno dichiarato volutamente brutta e kitsch e che in Spagna venne censurata dal dittatore Franco per l'immagine delle prostitute fotografate sul luogo di lavoro, ovvero in una zona a luci rosse di Rouen in Francia. La seconda è invece legata all'altro 45 giri estratto e cioè "Reelin' in the Years", canzone dal ritornello facile e canticchiabile: è famosa per l'assolo di chitarra, ad opera del sessionman Elliott Randall, considerato uno fra i primi "100 Greatest Guitar Solos".
- E' nota la ricerca maniacale della perfezione del suono da parte degli Steely Dan. Ma non solo quella: per l'album Aja furono impiegati trenta sessionman per poter scegliere le migliori performance da inserire nell'album; il successivo album (tra l'altro ultimo prima della scissione) chiamato Gaucho, conta 42 sessionman e furono usati sette studi diversi di registrazione, scartando alla fine più di 300 bobine di materiale registrato. L'assurdo di questa pignoleria riguarda Mark Knopfler, ex leader dei Dire Straits, che fu chiamato per una parte di chitarra. Mark scappò dallo studio stremato, perché gli fecero registrare 50 volte il suo contributo che poi sul disco si risolse a soli sette secondi.
- Nel 1983, il gruppo italiano "Club House" pubblicò "Do It Again Medley with Billie Jean", un mashup/medley del brano con "Billie Jean" di Michael Jackson. Devo dire che il risultato finale non era male e ha permesso a molti di conoscere meglio la nostra canzone, che magari era stata ascoltata in qualche radio. Per riascoltarla oggi è molto più facile e basta cliccare qui: https://www.youtube.com/watch?v=EHCpSXv71ho
I LUOGHI:
- Passaic, nel New Jersey. Rispetto a Los Angeles o New York sembra un qualcosa di sperduto nelle praterie con tanto di cowboys. Per chi, come me, ha fatto lo sbaglio di prenotare l'albergo nel New Jersey per visitare N.Y. sa che invece i venti, trenta chilometri dal fiume Hudson sono una specie di estesa periferia suburbana della metropoli (anche se in altro stato). Detto ciò qui nacque Donald Fagen e per chi si chiedesse in cosa consiste l'errore è presto spiegato: per andare a New York non si può utilizzare la rete metropolitana e di bus ma ogni giorno bisogna fare un costoso biglietto e utilizzare i bus extraurbani che poi arrivano in centro alla grande mela.
LE DATE:
- Il 3 settembre 2017 ci lasciava all'età di 67 anni Walter Becker. Riporto, il messaggio che Fagen ha rilasciato a caldo: Walter Becker era il mio amico, il mio writing partner e il mio bandmate da quando ci eravamo conosciuti al Bard College nel 1967. Cominciammo a scrivere canzonette sciocche su un piano verticale che stava in una saletta della lobby del Ward Manor, una vecchia e cadente costruzione sul fiume Hudson che il college usava come dormitorio. Ci piacevano molte delle stesse cose: mi vengono in mente il jazz (dagli anni Venti fino a metà dei Sessanta), W.C. Fields, i fratelli Marx, la fantascienza, Nabokov, Kurt Vonnegut, Thomas Berger e i film di Robert Altman. E anche la musica soul e il blues di Chicago. Walter aveva avuto un'infanzia molto dura, vi risparmio i dettagli. Per fortuna era uno tosto, un chitarrista eccellente e un grande autore di canzoni. Era cinico sulla natura umana, compresa la propria, e molto divertente. Come molti ragazzi che escono da famiglie tormentate, aveva un gusto per le imitazioni creative, per leggere la psicologia nascosta delle persone e per trasformare quello che vedeva in arte, brillante e incisiva. Scriveva delle lettere imitando lo stile originale di mia moglie Libby e tutti e tre ne ridevamo come pazzi. Le sue debolezze ebbero la meglio alla fine degli anni Settanta, e ci perdemmo di vista per un po'. Negli Ottanta, quando stavo mettendo insieme la NY Rock and Soul Review con Libby, ci ritrovammo, ricostruimmo il progetto Steely Dan e mettemmo insieme un'altra band formidabile. Intendo mantenere viva la musica che creammo insieme fino a quando posso, con la band degli Steely Dan.
- Ritornando alle date: il 10 gennaio 1948 era nato Donald e il 20 febbraio 1950 invece era nato Walter. All'uscita di "Do it again" i due erano quindi poco più che ventenni. Donald Fagen oggi ha la bellezza di 73 anni e continua nei suoi tour live.
LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
- A dispetto della cinquantina di versioni, sono moltissimi i nomi noti che appaiono tra quelli che l'hanno cantata (in modalità cover); tra gli altri segnalo: Richie Havens, Falco, Paul Hardcastle, Tori Amos, gli Smash Mouth ed il dj Italianizzato Ronnie Jones. C'è pure una versione dell'ex cantante della PFM Bernardo Lanzetti ed una versione strumentale di Eumir Deodato.
- Ignoranza al comando! A dire il vero anche io all'inizio pensavo che il titolo della canzone fosse Black Jack, ma qualcuno è andato addirittura oltre ed ha inserito in un suo album una cover intitolata: Black Jack (Do It Again). Si tratta dello sconosciuto, per noi italiani, cantante tedesco Michael Holm e la versione risale al 1973... Sto ancora cercando il video ed il testo per farmi quattro risate, se lo trovo aggiornerò la pagina!
- Siccome ne ho già parlato, dal primo album va ascoltata sicuramente "Reelin' in the Years", che tra l'altro è la canzone degli Steely più ascoltata su Spotify seguita a ruota da "Do it again". Da "Aja" se proprio non riuscite a trovare qualcuno che venga a cena da voi, va conosciuta almeno "Peg" e dall'ultimo album, prima del provvisorio scioglimento, vi consiglio "Hey Nineteen".
Crediti:
per alcune parti del testo:
- https://loff.it/the-music/do-it-again-steely-dan-165905/
- citazioni dal libro "HOTEL CALIFORNIA Pop, soft rock, AOR - L'identità di un suono in più di 300 album fondamentali" di Mauro Ronconi - Arcana 2014.
per il testo in italiano:
per la foto della copertina: