026. CARPET CRAWLERS (Genesis)
Articolo pubblicato il 15 maggio 2021
Volete un distillato di cinque minuti del meglio dei Genesis!
Si i Genesis: quel gruppo dove cantavano insieme Peter Gabriel e Phil Collins.
E non solo loro! C'erano anche altri tre musicisti sopraffini:
Tony Banks tastierista, Mike Rutherford bassista/chitarrista e Steve Hackett chitarrista.
Preciso subito che raccontare questa canzone non sarà facile tante sono le storie, tanti i personaggi che entrano nella storia e poi 94 minuti di musica legati insieme in un concept-album, il punto più alto raggiunto dai Genesis, nel quale "Carpet Crawlers" a sua volta è il momento clou.
Chi mi segue sa già che sto dalla parte di Peter Gabriel... e quindi, per parlare dei Genesis, la scelta era prima o dopo di lui. Tutto quello che è venuto dopo è sicuramente pop con momenti anche molto alti e la voce di Phil Collins è pari alla sua bravura come batterista. Il giusto compromesso, dove tutti hanno voce, mi è sembrato proprio questo brano.
Iniziamo perciò la nostra passeggiata negli anni '70 ma vi avviso, chiederò spesso "l'aiuto del pubblico" ovvero nel nostro caso di altri che su internet hanno raccontato questo disco.
Leggendo il testo tradotto, che come di consueto apparirà più sotto, sicuramente c'è il rischio di non capire assolutamente nulla. Bisogna quindi partire dalla nozione di concept-album, ovvero un album nel quale tutte le canzoni sono legate una all'altra da un unico tema ma anche, come nel nostro caso, che sviluppano una storia. "Carpet Crawlers" è quindi solamente un episodio di un racconto molto più lungo. L'idea iniziale dell'album era di ispirarsi alla storia del Piccolo Principe ma fu subito scartata e venne scelta invece una storia scritta da Peter Gabriel dal titolo "The Lamb Lies Down on Broadway". Il racconto inizialmente era solamente abbozzato e andava man mano rifinito ed adattato canzone per canzone, assegnando ad ognuna un episodio, compito che si era fatto carico Peter Gabriel da solo.
La storia è raccontata in maniera eccellente su questa pagina web: https://vulcanostatale.it/2020/04/la-storia-di-the-lamb-lies-down-on-broadway/
Per chi non avesse voluto leggersela tutta, cerco di concentrarla in quattro righe:
New York 1974. il giovane portoricano Rael, piccolo teppista del Bronx, attraversando Broadway viene trasportato in un'altra dimensione, quasi interamente ambientata nel sottosuolo, dove vivrà avventure e incontri con vari personaggi, e da ultimo cercherà di salvare la vita di suo fratello John.
Si tratta ovviamente di un viaggio metaforico (c'è più di qualcuno che ha visto un parallelismo con l'inferno della "Divina Commedia") ed al cui termine Rael si accorge che il fratello ha le sue stesse sembianze, divenendo la proiezione del suo io. Peter Gabriel, pur rimanendo sul vago nelle spiegazioni del significato dei testi di questo disco, ha comunque affermato in ripetute interviste che la storia non è che un pretesto per dar forma a temi che riguardano la sua interiorità, come il rapporto col sesso, con la paura o con la morte, che sono comunque argomenti presenti, direi, in ognuno di noi.
La nostra canzone, all'interno della storia, racconta di quando Rael, camminando nel sottosuolo scalzo, trova un corridoio ricoperto di moquette rossa; questo angusto tratto è pieno di persone in ginocchio, e lui è l'unico a potersi muovere liberamente, mentre gli altri sono costretti a strisciare e, strisciando, si dirigono verso una porta oltre la quale c'è un grande banchetto e una scala a chiocciola che sale verso l'alto ma non si sa quale sia la vera destinazione; Rael inizia a salire perché quella è l'unica direzione. Per la prima volta nella sua vita, non ha scelta...
La decifrazione del testo si trova sulla pagina web da cui ho tratto la traduzione in italiano, ricordata in basso tra i crediti, che inizia così: "Uno degli apici di The Lamb. Uno dei momenti più belli e profondi della storia. Uno dei brani più enigmatici e difficili da interpretare"
Al di là del testo, una volta tanto, si può semplicemente ascoltare la canzone e farsi trasportare: "Carpet Crawlers" è una delle migliori melodie di Peter Gabriel e l'intera band suona in maniera impeccabile: tutto funziona al meglio e la voce che fa da supporto alla voce ispirata di Peter Gabriel è quella di Phil Collins: memorabile!
Per immergersi completamente nell'album "The Lamb Lies down on Broadway", che contiene il nostro brano, consiglio vivamente questa pagina, dove oltre alla storia di Rael trovate il racconto dei retroscena dell'album: https://www.ondarock.it/pietremiliari/genesis_thelamb.htm
Due cosine ancora da dire le avrei e la prima riguarda la copertina del doppio vinile: ricordo che tanti anni fa un mio amico mi prestò il disco e nel maneggiare la copertina fui colpito dalle piccole figure che ci sono nei proteggi disco interni, quasi delle riproduzioni di Escher. Me le ricordo ancora! Tra l'altro registrai il disco su cassetta per riascoltarmelo a volontà: qualche anno fa si faceva così. La copertina dell'album, nella sua parte frontale ritrae Rael e la foto a destra è proprio quella del corridoio raccontato in "Carpet Crawlers", mentre nell'interno della copertina c'è il racconto (in inglese) della storia raccontata nel concept-album.
E come già successo altre volte mi trovo a raccontare la storia di un divorzio! L'album infatti è l'ultimo di Peter Gabriel con i Genesis, i motivi li avete trovati sulle pagine che sopra vi ho consigliato, ma anche per questa vicenda vi rimando alla pagina così intitolata: "16 Agosto 1975: quando Peter Gabriel lasciò i Genesis" a questo indirizzo: https://www.r3m.it/2020/08/16/peter-gabriel-genesis/ .
E' sicuro che lavorare per lungo tempo con le stesse persone, magari in spazi angusti, alla fine porta a dissapori, litigi e a far calare l'ispirazione che nella musica è tutto; Peter Gabriel sulla rottura ha così dichiarato: "C'era tutta questa roba da lungo tempo che accadeva con lunghi tour pianificati nel futuro, e sentivo solo che stavo per far parte di una macchina. Sentivo che stavo diventando una sorta di stereotipo, una sorta di "rockstar", oppure che cadevo nel volere quella gratificazione dell'ego. Non mi piacevo, non mi piaceva la situazione e non mi sentivo libero. La libertà insita nella maggior parte dei lavori a tempo pieno è come paragonare mele e arance, è facile dimenticare che la vita "on the road" può essere un problema, trascorrendo mesi e mesi lontano da casa."
Come forse avrà pensato Peter Gabriel quando ha lasciato il gruppo, e forse anche per noi, talvolta, per risolvere un problema che ci affligge potremmo intonare:
"We've got to get in to get out
We've got to get in to get out
We've got to get in to get out"
LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI CARPET CRAWLERS:
C'è lana d'agnello sotto i miei piedi nudi
La lana è soffice e calda
Sprigiona una specie di calore
Una salamandra corre veloce nella fiamma per essere distrutta
Creature immaginarie sono intrappolate su celluloide dalla nascita
Le mosche restano attaccate al vello dorato
Sperando di trovare pace
Ogni pensiero e gesto è catturato su celluloide
Non c'è nessun nascondiglio nei miei ricordi
Non c'è alcuna stanza da evitare
Gli strisciatori coprono il pavimento del corridoio rosso ocra
Per la mia seconda vista le persone hanno più linfa vitale di prima
Si stanno muovendo a tempo verso una pesante porta di legno
Dove l'occhio dell'obelisco sta ammiccando, chiudendosi sul miserabile
Gli strisciatori del tappeto ubbidiscono ai visitatori
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
C'è una sola direzione nei volti che vedo
È diretta al soffitto, dove si dice ci sia la camera
Come la foresta combatte per la luce del sole, che mette radici in ogni albero
Sono tirati in alto da un magnete, credendo di essere liberi
Gli strisciatori del tappeto ubbidiscono ai visitatori
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
I superuomini buoni sono ricoperti di criptonite
E le vergini sagge e incoscienti ridacchiano con i loro corpi che brillano radiosi
Al di là della porta un banchetto per il raccolto è illuminato a lume di candela
È la base di una scala a chiocciola che sale a spirale fuori dalla vista
Gli strisciatori del tappeto ubbidiscono ai visitatori
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
Il manichino di porcellana con la pelle distrutta teme un attacco
E i desiderosi sollevano le loro caraffe, portano tutte le loro mancanze
Il liquido si è congelato, è colato attraverso la fessura
E lo strascico ha catturato il suo pesciolino
Gli strisciatori del tappeto ubbidiscono ai visitatori
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"...per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"entrare per uscire"
"Dobbiamo entrare (uscire) per uscire"
"Dobbiamo entrare per uscire"
"Uscire, uscire, uscire..."
CURIOSITA':
- Il nome Rael deriva dal cognome "Gabriel", oltre ad essere l'anagramma di real ("reale"). È lo stesso Gabriel, nel prologo al racconto, a suggerire a modo suo ai lettori che sta usando il personaggio come proprio alter ego, dietro cui rifugiarsi "se la storia non sta in piedi".
- Al di là degli aspetti narrativi della canzone, uno dei punti più controversi nell'interpretazione è il ritornello inquietante e ripetuto "We've got to get in to get out" = "dobbiamo entrare per uscire": per qualcuno rappresenta la necessità per lo sperma di fecondare un ovulo per produrre un bambino. Per altri i "carpet crawlers" sono coloro che fanno della sete di ricchezza e dell'essere "IN" l'unico faro della vita quindi dobbiamo essere 'in' per emergere". Altra interpretazione è quella che se non torni bambino e ripercorri la tua vita non uscirai dallo stato di torpore psichico ergo invecchierai male e prima del tempo. Ultima interpretazione è che per uscire da un problema bisogna prima entrarci quindi per risolvere bisogna prima addentrarsi, provare l'esperienza, fare i conti con il proprio passato e la propria anima ed è quello che fa Rael per cercare di uscire dal "guaio" dove si trova. A voi la scelta della migliore.
- Il 45 giri è l'ultimo singolo dei Genesis con Peter Gabriel e non esistono molte versioni del brano pubblicate. Tra l'altro il nome è diventato "The Carpet Crawlers" in UK e Portogallo, mentre in Italia abbiamo "Carpet crawl" come anche in Brasile. Successivamente Phil Collins ha più volte cantato il brano dal vivo e una versione la troviamo nell'album Live del 1977 "Seconds out". Nel 2013 Steve Hackett ha pubblicato una cover del brano nel suo album "Genesis Revisited II - Selected" con la voce di Ray Wilson (il cantante dei Genesis dopo l'uscita di Phil Collins nel 1996). "Carpet Crawlers" è quindi l'unico brano nel repertorio del gruppo inciso dai tre diversi cantanti che si sono succeduti.
- Nel 1995, i Genesis registrarono di nuovo la canzone con il produttore Trevor Horn e con la formazione originale al completo (Gabriel, Rutherford, Banks, Collins ed Hackett) e Gabriel e Collins a condividere la voce principale. Il brano fu pubblicato come "The Carpet Crawlers 1999" sempre come singolo. Non si è però trattata della prima reunion poiché già il 2 ottobre 1982 al National Bowl di Milton Keynes in Inghilterra ci fu un concerto che riunì la band con i fuoriusciti Peter Gabriel e Steve Hackett. Di questo concerto venne pubblicato il live: "Six of the Best".
- Si parla spesso dello spettacolo perduto, in quanto di quel tour di 102 date non esiste alcuna registrazione video. L'unica data italiana fu a Torino il 24 marzo del 1975. Per fortuna nel 2000 il gruppo canadese "The Musical Box" che fino ad allora era stata una "tribute band", suonando i primi LP dei Genesis, decise di acquistare i diritti per ricreare il "The Lamb Lies Down a Broadway Tour" e trovò insperatamente aiuto e sostegno da parte dei membri dei Genesis. Gli fornirono le 1.200 diapositive originali che erano state usate in quegli spettacoli e fu anche dato accesso ai "master tape" originali dell'album, per aiutarli ad avvicinarsi il più possibile all'originale. I costumi usati da Peter Gabriel, lo spettacolo di luci e i set vennero tutti ricreati il più fedelmente possibile. Lo spettacolo ha iniziato a girare per il mondo ed ancora oggi viene rappresentato. In diverse occasioni, i membri dei Genesis si sono esibiti con The Musical Box, o hanno partecipato a loro spettacoli. Nel 2002 Steve Hackett ha suonato nella canzone Firth of Fifth, Phil Collins si è esibito nel 2005 a Ginevra ed in seguito avrebbe detto ai giornalisti che "hanno fatto meglio di noi". Peter Gabriel ha partecipato a un'esibizione della band con i suoi figli, per mostrare "cosa faceva il padre da giovane".
- Parliamo ora di video della canzone: non ne esistono! Poichè non era stata registrata alcuna performance del tour, come detto, non vi sono su YouTube originali ma solo dei video con alcune immagini dell'epoca come questo: https://www.youtube.com/watch?v=_MNl9uTQ618 . Il video ufficiale di "Carpet Crawlers 1999", invece che riprende il tema dell'LP su può veder su: https://www.youtube.com/watch?v=VmEGGIqWbbs . Infine consiglio tutto il doppio LP illustrato in comics art da un appassionato dei Genesis e devo dire che se avete un'oretta e mezza di tempo vale veramente la pena goderselo: https://www.youtube.com/watch?v=JszTrQdL314
I LUOGHI:
- Broadway! Normalmente non si trovano degli agnelli sdraiati in mezzo alla strada. Forse nel 1974 ma oggi le cose sono un po' diverse... Forse non tutti sanno che è "lunga circa 50 km, 23 dei quali dentro la città di New York, inizia dal villaggio di Sleepy Hollow a Mount Pleasant (contea di Westchester) [...] entra a New York nel borough del Bronx per circa 2 km per poi passare a Manhattan costeggiando il fiume Hudson; lì diventa a senso unico in direzione sud dopo l'incrocio con la Cinquantanovesima Strada a Columbus Circle; dopo l'incrocio con la Quarantanovesima Strada ovest piega più verso sud e l'interno di Manhattan attraversando Times Square e successivamente il corso della Quinta, alla cui congiunzione sorge il Flatiron Building. Termina nei pressi di Battery Park a State Street, in prossimità della stazione della metropolitana di Bowling Green. Si tratta di una delle più antiche direttrici nord-sud della città e dell'upstate ed era un antico percorso dei nativi americani. Con l'arrivo degli olandesi essa divenne la principale via di comunicazione di Nuova Amsterdam, il nucleo originario della città di New York. Il nome, letteralmente via larga, riprende quello originario olandese di Brede weg, e benché molte altre strade nel continente nordamericano abbiano tale nome, specialmente riferito alla via principale degli insediamenti che via via venivano ivi costruiti, quella più famosa rimane quella di New York, nel cui tratto limitrofo a Times Square sorgono numerosi teatri e cinema, tanto che il termine Broadway è divenuto, per metonimia, sinonimo del teatro ufficiale statunitense e il suo antonimo, Off-Broadway, altresì indicativo delle produzioni teatrali o cinematografiche a basso costo o indipendenti." (da: https://it.wikipedia.org/wiki/Broadway )
LE DATE:
- 18 Aprile 1975 è la data di pubblicazione del 45 giri contenente la nostra canzone e sul lato B "The Waiting Room" (Evil Jam); il 18 novembre 1974 era invece stato pubblicato l'album e dopo un primo singolo (Counting Out Time) uscito a ridosso dell'album si ritentò con Carpet Crawlers ma anche questa volta senza successo commerciale. Vediamo i componenti dell'epoca e le loro date di nascita Peter Brian Gabriel (13 Febbraio 1950), Philip David Charles "Phil" Collins (30 gennaio 1951), Stephen Richard "Steve" Hackett (12 Febbraio 1950) e Michael John Cloete Crawford "Mike" Rutherford (2 Ottobre 1950)
LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
- Il sito riporta una ventina di cover, per lo più di tribute-band. Anche per questa canzone c'è la versione "Gregorian"
ALTRE TRE CANZONI IN CINQUE RIGHE:
- E' difficile estrapolare qualcosa dall'era Peter Gabriel così segnalo la suite da dieci minuti "The Musical Box" (anno 1971 album Nursery crime). Molto più facile per l'era pop di Phil Collins: sicuramente "Follow You Follow Me", canzone di chiusura dell'album "And Then There Were Three" del 1978 e poi dall'album successivo "Duke" la bellissima "Turn it on again".
Crediti:
per alcune parti del testo:
per il testo in italiano:
per la foto della copertina:
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