022. REDEMPTION SONG (Bob Marley & The Wailers)
Articolo pubblicato il 5 maggio 2021
Esiste qualcos'altro nel reggae dopo Bob Marley?
Ovvero esiste un altro reggae che non sia quello targato Bob Marley?
Quelli forse più esperti diranno si!... c'è anche Jimmy Cliff, Eddie Grant, Peter Tosh e magari anche Maxi Priest o gli Inner Circle, il figlio di Bob, Ziggy, e poi molti altri gruppi europei che hanno inciso interi album in stile reggae (qualcuno anche italiano).
Ciò non toglie nulla al fatto che l'equazione musicale REGGAE = BOB MARLEY sia praticamente valida sempre e comunque, non solo per noi europei ma penso anche per gli stessi giamaicani che lo considerano ancora oggi la loro guida spirituale e il 6 febbraio, il giorno del suo compleanno, in Giamaica è festa nazionale in suo onore.
Bob Marley nei suoi quindici anni di carriera musicale ha pubblicato quattordici album in studio (più un altro postumo). La canzone che ho scelto per raccontare un po' della vita e della concezione religiosa di Bob Marley è "Redemption Song": l'ultima traccia dell'ultimo album in studio della sua vita, "Uprising". Possiamo dire che questa canzone è un po' il suo testamento spirituale in quanto l'11 maggio del 1981 Marley lasciò questo mondo a soli 36 anni per un melanoma al piede destro, progredito fino al cervello.
"Redemption Song" è una canzone unica nella vasta produzione del cantante giamaicano, perché è una ballata acustica: Timothy White, il biografo di Bob Marley, l'ha definita uno "spiritual acustico". Non vi è alcun accenno al ritmo reggae, senza l'accompagnamento dei suoi fidati The Wailers; solo Marley e la sua chitarra acustica: diversa da qualsiasi cosa avesse mai registrato prima ma potente e bellissima sintesi di una leggendaria carriera, purtroppo, troppo breve.
In verità il brano fu registrato originariamente con le solite modalità ovvero con l'accompagnamento della band ed in stile reggae ma fu il produttore del disco, Chris Blackwell, che suggerì di provare una versione acustica da solo ed il risultato è quello che conosciamo.
La stranezza, l'unicità di Redemption Song sta nel fatto che che è un brano folk, quasi Bob Marley volesse rendere ancora più universale il suo messaggio: ha volutamente abbandonato la sua lingua (il reggae) per incontrare tutti, anche quelli che non lo hanno amato, e raccontare nella lingua musicale più popolare la fierezza della Giamaica e i torti subiti dal suo popolo che ha avuto, come suo unico riscatto, la possibilità di cantare dei canti di liberazione. In effetti "Redemption" tradotto letteralmente è "redenzione", cioè la liberazione dal peccato attraverso una vita giusta o la penitenza. Ma nel corso del tempo ha avuto anche un'altra sfumatura: quello di liberazione dalla condizione di schiavitù, (ad esempio per definire la liberazione del popolo ebreo, condotto da Mosè nella terra promessa dopo gli anni di schiavitù in Egitto) e quindi "liberazione" e di conseguenza anche "libertà".
Il video di Redemption Song, come lo intendiamo oggi noi, ovviamente non esiste e si può ascoltare il brano in una performance live del nostro Bob Marley su: https://www.youtube.com/watch?v=Md8EesTaIsA
L'album che contiene Redemption Song, come si diceva è "Uprising", pubblicato nel 1980 e cioè un anno prima della sua morte. Uprising è l'ultimo album in studio di Marley ed è il suo disco più spirituale, intendendo come spirituale il riferimento costante alla religione seguita dal cantante "rasta" ovvero il Rastafarianesimo che è "La dottrina fondata sull'esempio e la predicazione di Hailé Selassié I, i cui seguaci accettano gli insegnamenti teologici e morali di Gesù, custoditi dall'antichissima tradizione etiopica ortodossa, e credono che l'imperatore abissino li attualizzi e li compia profeticamente. Essi credono nella divinità di Cristo, nella Trinità, nella resurrezione dei corpi, nella verginità di Maria ed in tutti gli altri dogmi della cristianità ortodossa. Anche se alcuni membri considerano Selassié il Dio sceso in terra (però la maggior parte dei Rasta lo considera Cristo nella sua seconda venuta), i seguaci del culto riconoscono la validità del millenarismo, ovvero l'idea che il Cristo debba instaurare un regno terreno prima della fine del mondo e del giudizio universale" (da https://it.wikipedia.org/wiki/Rastafarianesimo)
Marley ha scritto un testo struggente e riflessivo, con le radici profondamente attaccate alla religione "Rasta", citando due storie che riportano alla mente la sofferenza del popolo giamaicano e di tutti i neri americani.
Il breve racconto che troviamo all'inizio del brano, parla dello schiavismo e di come venivano rapiti i neri e portati in America, ed è una storia raccontata nel libro della Genesi e cioè quella di Giuseppe che venne prima gettato in una cisterna dai fratelli e poi venne venduto come schiavo, ma fortificato da Dio, divento il viceré d'Egitto.
"Old pirates yes they rob I
Sold I to the merchant ships
Minutes after they took I
From the bottomless pit"
C'è da notare, inoltre, l'inusuale uso grammaticale dell' "I" al posto del "me": si tratta di una scelta religiosa in quanto per i rasta "I" non significa solo "Io" ma anche "Dio"; tanto è vero che I&I (una formula abbastanza comune nelle canzoni reggae) significa "Io e Dio". Il vocabolario rasta ha reso la lettera "I" così importante, da cambiare diverse parole: ad esempio I-nity significa unity.
Rileggendo così il testo della canzone, possiamo sicuramente dire quell' "I" sta a significare che comunque al centro di tutto c'è Dio.
La gran parte del testo della canzone, è tratta da un discorso del 1937, intitolato "The Work That Has Been Done", tenuto dal sindacalista e scrittore giamaicano Marcus Garvey (uno degli ispiratori e leader del Rastafarianesimo) nella chiesa africana ortodossa di St. Phillip a Sydney, in Nuova Scozia. È questa la parte della canzone dove Marley esorta chi ascolta a "Emanciparsi dalla schiavitù mentale", perché "nessuno tranne noi stessi può liberare le nostre menti". Mentre gli altri possono liberare il corpo, nessuno tranne noi stessi può liberare la mente. La mente è il tuo unico dominatore, il tuo unico sovrano.
Questo è il messaggio che vale anche per tutti noi: l'uomo che non è in grado di sviluppare e usare la sua mente è destinato ad essere schiavo dell'uomo che usa la sua mente.
LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO
DI "REDEMPTION SONG"
I pirati di un tempo razziavano (quelli come me)
Ero venduto alle navi dei mercanti
(pochi) minuti dopo che mi avevano tirato fuori dal rifugio dove mi ero nascosto.
Ma la mia mano venne resa più forte
dalla mano dell'Onnipotente
Noi crediamo in questa generazione trionfante
Tutto ciò che ho mai avuto sono canti di libertà
Non vuoi aiutarci a cantare questi canti di libertà?
Perché tutto ciò che ho mai avuto sono canti di liberazione,
canti di liberazione.
Emancipate voi stessi dalla schiavitù mentale
Nessuno, tranne noi stessi, è in grado di liberare la nostra mente.
Non abbiate nessun timore dell'energia atomica
poiché nessuno di loro può fermare il tempo
Per quanto a lungo ancora potranno uccidere i nostri profeti
mentre noi restiamo in disparte a guardare?
Qualcuno dice che è parte del gioco.
Dobbiamo compiere ciò che è scritto.
Non vuoi aiutarci a cantare questi canti di libertà?
Perché tutto ciò che ho mai avuto sono canti di liberazione,
canti di liberazione
canti di liberazione.
Emancipate voi stessi dalla schiavitù mentale
Nessuno, tranne noi stessi, è in grado di liberare la nostra mente.
Non abbiate nessun timore dell'energia atomica
poiché nessuno di loro può fermare il tempo
Per quanto a lungo ancora potranno uccidere i nostri profeti
mentre noi restiamo in disparte a guardare?
Qualcuno dice che è parte del gioco
Dobbiamo compiere ciò che è scritto.
Non vuoi aiutarci a cantare questi canti di libertà?
Perché tutto ciò che ho mai avuto sono canti di liberazione.
Tutto ciò che ho mai avuto, canti di liberazione.
Questi canti di libertà, canti di libertà.
CURIOSITA':
- Forse avete sentito una versione reggae di Redemption Song! Esiste in effetti, si intitola Redemption Song (Band Version) ed è il lato B del 45 giri. Venne inserita come bonus track nella ristampa del 2001 di Uprising, e nella compilation, sempre del 2001 "One Love: The Very Best of Bob Marley & The Wailers". Per riascoltarla, anche se la versione originale è nettamente superiore, clicca su https://www.youtube.com/watch?v=7RI_7Q-rpiU
- Tutti sappiamo che i francesi sono un po' strani e anche in questo caso non si sono smentiti: oltre al 45 giri con le due versioni uscito in tutto il mondo, venne stampato anche come lato B di altra canzone ovvero di "Work", presente sull'album Uprising, e lato A dell'edizione francese, canzone che non fu mai pubblicata come singolo in altri paesi.
- Il suo ultimo concerto fu tenuto a Pittsburgh il 23 settembre 1980 e si racconta che il suo gruppo ancora non sapeva nulla sulla gravità della sua malattia; nel corso del concerto Bob Marley svenne sul palco ma portò comunque a termine il concerto. La versione live della canzone, registrata proprio al suo ultimo concerto, appare nel cofanetto di 4 CD intitolato "Songs for Freedom", pubblicato nel 1992.
- Forse non tutti sanno che Bob Marley ha avuto in totale tredici figli (sei femmine e sette maschi) ed una sola moglie ufficiale: Rita. Con lei ebbe tre figli, ed adottò altri due da precedenti relazioni di Rita. Gli altri otto figli vengono da relazioni con otto diverse donne dalle quali poi si è separato.
- Ecco un breve racconto degli ultimi mesi di vita di Bob Marley: "Dopo aver concluso una trionfale tournée estiva suonando in molte città d'Europa, (famosi i concerti tenuti a Dortmund il 13 giugno davanti a circa 40.000 persone, a Torino allo Stadio Comunale il 28 giugno davanti a 40.000 persone) e dove svolse il suo più grande concerto a Milano allo Stadio San Siro per la prima volta aperto per un concerto live, davanti a più di 80.000 persone il 27 giugno 1980, Marley tornò negli USA e portò a termine le prime date del programma. Dopo due concerti al Madison Square Garden di New York però Marley ebbe un collasso facendo jogging al Central Park. Il 23 settembre 1980 tenne il suo ultimo concerto, allo Stanley Theater a Pittsburgh. [...] Dopo l'evento andò a Monaco, in Germania, per un consulto medico dal dottor Josef Issels, specializzato nel trattamento di malattie in fase terminale. Il suo cancro, diffuso al cervello, ai polmoni e al fegato, non si poteva più trattare. I dreadlock di Marley erano troppo pesanti e i capelli erano sempre più indeboliti a causa del cancro, decise allora di tagliarseli leggendo dei passi della Bibbia. Fu una decisione molto sofferta: avere i dreadlock significava essere Rasta, i dreadlock erano la sua vita. Un ulteriore peggioramento si avvertì nel volo di ritorno dalla Germania verso la Giamaica. Il volo fu quindi deviato in direzione di Miami (Florida), dove Bob venne ricoverato presso il Cedar of Lebanon Hospital, dove morì la mattina dell'11 maggio 1981. Poco prima di morire Bob decise di parlare con tutti i suoi figli e le sue ultime parole furono rivolte al figlio Ziggy Marley: "Money can't buy life" ("i soldi non possono comprare la vita"). Bob Marley ricevette i funerali di stato in Giamaica, con elementi combinati dei riti delle tradizioni dell'ortodossia etiopica e Rastafari. Fu sepolto in una cappella eretta accanto alla sua casa natale a Nine Mile, insieme alla sua (chitarra) Gibson Les Paul "Solid Body", il suo pallone da calcio, una pianta di marijuana e i suoi semi, un anello che indossava ogni giorno, donatogli dal principe etiope Asfa Wossen e una Bibbia. [...] Bob Marley morì senza fare testamento. (da: https://it.wikipedia.org/wiki/Bob_Marley)
- Da dove arriva il termine "reggae"? La versione solitamente più accreditata attribuisce ai Toots & The Maytals il merito della diffusione del termine con la pubblicazione del loro brano "Do The Reggay" del 1968, come per altro sostengono loro stessi. In realtà il nome "reggay" era già stato inventato attorno al 1960 per identificare un rozzo (in inglese "ragged") stile di ballo e di musica, che anch'esso traeva le sue radici dal R&B di New Orleans. Effettivamente anche i Toots & The Maytals confermarono ciò affermando che prima della nascita del genere musicale, il termine "reggay" era usato per descrivere una danza in voga in Giamaica e non era associato allo stile di musica poi riconosciuto come reggae. [...] Tuttavia altri hanno spesso sostenuto altre tesi. Alcuni ritengono che derivi da "regga", il nome di una lingua parlata dall'antica civiltà dei Bantu, affacciata sul Lago Tanganica, in Africa. Altri che significhi una storpiatura di "streggae," che nello slang di Kingston è sinonimo di prostituta. Secondo Bob Marley, la parola è di origine spagnola e significa "la musica del Re". Secondo Alton Ellis il termine nacque dal fatto che la chitarra suonava in un modo simile alla parola 're-ggae, re-ggae' (imitando la lenta chitarra ritmica del reggae). Secondo alcuni vecchi musicisti dell'epoca invece, la parola stava per la descrizione del ritmo stesso. Hux Brown, chitarrista degli Skatalites disse: "era solo per scherzare, una presa in giro sul fatto che significasse un ritmo grezzo o rozzo ("ragged" rhythm) e un'intesa col corpo". (Da https://it.wikipedia.org/wiki/Reggae)
I LUOGHI
- Robert Nesta Marley nacque in Giamaica nel paesino chiamato Nine Mile il 6 febbraio 1945; Nine Mile è dove è iniziata la carriera musicale di Bob Marley e il luogo che influenzato molte delle sue canzoni. Oggi conta 300 abitanti e si trova ad un'ora e mezza d'auto dalla capitale Kingston. Qui si possono visitare oltre che la tomba anche la casa dove è nato, che oggi è diventata il Bob Marley Mausoleum.
LE DATE:
- Abbiamo visto già molte date legate a Bob Marley ed ai suoi concerti storici; la nostra data è il 17 Ottobre 1980 ovvero il giorno di pubblicazione del singolo in UK; la canzone era già conosciuta dal 10 giugno 1980, giorno di uscita dell'album Uprising.
LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
- 130 versioni registrate sul sito ma con una ricerca su Spotify, tolte alcune doppie ce ne saranno circa 500 diverse! Queste le più famose: Stevie Wonder, The Chieftains, Sinéad O'Connor, Nina Simone, Jackson Browne, Bob Geldof, Michael McDonald, Yazz, Macy Gray, Chris Cornell with Toni Cornell, The Specials, Alicia Keys v John Legend, Rihanna e naturalmente il figlio più famoso di Bob Ziggy Marley. Anche i padri della parola reggae Toots & The Maytals ne hanno fatto una cover.
- Poi ci sono gli italiani: Quintorigo, Mahmood, Elisa, Enrico Nigiotti, Africa Unite e l'omaggio dei Nomadi in "Piero e Cinzia" al concerto di San Siro "di centomila fiammelle" con la parte finale che intona Redemption song...
- In questo infinito mondo di cover non posso non segnalare la versione di Johnny Cash (uno dei miti della musica country) insieme a Joe Strummer (frontman del gruppo The Clash); al di la della diversità dei due personaggi, la straordinarietà di questo duetto è che di lì a poco entrambi morirono, quasi a ricalcare un altro destino! https://www.youtube.com/watch?v=lZBaklS79Wc
- Da ultimo, un cantante che io amo molto e che in Italia è praticamente sconosciuto ossia Mike Massé. Si tratta di un chitarrista e cantante americano che ha basato tutta la sua carriera sulle cover acustiche di pezzi famosissimi. I Toto hanno pubblicamente riconosciuto la sua cover di Africa come la migliore e si sono quasi sbilanciati reputandola quasi migliore dello stesso originale. Ovviamente vi invito a vedere il video della sua versione di Redemption Song. https://www.youtube.com/watch?v=s6yGtVEplUU
ALTRE TRE CANZONI IN CINQUE RIGHE:
- Veramente difficile! per cui vado puramente a gusto personale: sicuramente la prima che viene in mente è "No Woman, No Cry" nella versione live famosissima registrata nel 1975 a Londra. Poi due inni reggae "Jammin'" apparsa nell'album "Exodus" del 1977 e poi, un po' più anziana, "Get Up, Stand Up" del 1973 estratta dall'album "Burnin'".
Crediti:
per alcune parti del testo:
per il testo in italiano:
per la foto della copertina: