017. CLOSE TO ME (The Cure) - 200 canzoni 200 storie

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017. CLOSE TO ME (The Cure)

Articolo pubblicato il 5 aprile 2021





"Tutto è iniziato nel 1976 come "Easy Cure", (la cura facile) formato da Robert Smith (voce, chitarra) insieme a due compagni di scuola:
Michael Dempsey (basso) e Lol Tolhurst (batteria), più il locale "guitar hero" Porl Thompson. Hanno iniziato a scrivere e fare demo delle proprie canzoni quasi immediatamente, suonando per tutto il 1977 nell'Inghilterra meridionale davanti a un esercito di fan in continua crescita. Nel 1978 l'"Easy" fu abbandonato, insieme a Porl, e un trio entusiasta, ora noto semplicemente come "The Cure", fu rapidamente messo sotto contratto con la nuova etichetta "Fiction" di Chris Parry."
Questo è l'inizio della storia del gruppo come si può trovare sul loro sito ufficiale (https://www.thecure.com/bio/) e dopo più di quarant'anni dal loro primo disco, "The Cure" suonano ancora i loro brani in giro per il mondo e sembra abbiano pronto del materiale per un nuovo album di inediti atteso ormai da più di tredici anni.
Ma come sempre, per parlare della nostra "Close to me" dobbiamo tornare indietro di diversi di anni, ovvero al 1985. In quell'anno, ai tre ragazzi "immaginari" si erano aggiunti Simon Gallup al basso e Boris Williams (già dei Thompson Twins) alla batteria; il gruppo ha, in quel momento, già cinque album da studio "ufficiali" alle spalle e undici tour che hanno toccato oltre l'Europa, il nord America, l'Australia e il Giappone.
Già con il precedente lavoro avevano abbandonato i toni cupi, da gruppo "dark" della cosiddetta loro fase gotica, e avevano aperto una nuova fase sicuramente più pop, con uno stile sicuramente "personale" ma comunque più leggero ed allegro.
La notorietà, ma soprattutto il successo commerciale, arriverà proprio con questo sesto album "The Head on the Door" ma soprattutto grazie ai due singoli estratti "Inbetween Days" e la nostra "Close to Me" che li farà conoscere anche al grande pubblico in Italia.
L'album vendette quasi un milione di copie tra UK, USA e Francia senza raggiungere in nessun paese posizioni di altissima classifica (#7 in UK e #3 in Olanda, in Italia appena #24) mentre "Close to Me" pur arrivando al massimo #24 tra i singoli, vendette, solo in UK, duecentomila copie.
Del brano, il suo autore nonché cantante, Robert Smith ha dichiarato: "Di tutte le canzoni che abbiamo scritto "Close to Me" non mi viene in mente come una delle nostre migliori. [...] non era nemmeno una traccia definita dell'album durante la registrazione. È stato solo quando ho cantato e il suono della voce è diventato nella produzione davvero estremo, era diventato veramente claustrofobico, che ha preso vita. Fino a quel momento era nella media. [...] È l'unico pezzo dell'album che non ha effetti o altro. L'abbiamo registrato subito, come faresti in una stanza con solo un registratore a cassette".
Per quanto riguarda il testo, in origine Robert Smith aveva pensato a tutt'altre parole, un testo molto più allegro, in sintonia con la musica. Il frontman dei Cure ha però spiegato a Q Magazine: "All'ultimo minuto ho cantato queste parole che avevo lasciato cadere in passato. Non pensavo ci fosse niente di musicale in quelle parole. Le parole riguardavano in realtà questo senso di morte imminente che ero solito avere. Avevo avuto la varicella quando ero molto giovane ed era iniziato proprio in quel momento. Avevo abitualmente orribili visioni, un vero incubo, di una testa che fluttuava nello spiraglio di luce creato quando le luci della camera da letto erano spente e la porta era appena socchiusa. Il raggio di luce che proveniva dal corridoio illuminava un pezzo di carta da parati e mi sembrava che quel volto tornasse in vita predicendomi sventure per tutta la notte per ogni volta che avessi rivolto i miei occhi in quella direzione. [...] all'ultimo minuto ho provato a cantarle su questa linea di basso furbetta e su questo pattern di batteria. Qualcosa si era acceso!"
Il successo della canzone è sicuramente dovuto alla sua orecchiabilità, alle battute di mano in stile Motown, alla linea di basso ma una parte non indifferente è grazie al video memorabile scritto e diretto da Tim Pope. L'idea per il video è nata da un sogno che Robert Smith aveva fatto in cui era rinchiuso in un armadio di biancheria che è caduto da una scogliera e nell'oceano e così da questo suggerimento il regista ne ha tratto quello che conosciamo.
Tutti e cinque i membri della band sono stipati in un guardaroba e suonano con strumenti improvvisati come un pettine o battendo le mani. L'armadio, che è in bilico sull'orlo di una scogliera, alla fine cade in mare e si riempie d'acqua mentre la band continua a suonare. Robert Smith ha dichiarato in una intervista "Sono state le 12 ore più scomode che io abbia mai trascorso. [Tim Pope] ha finito per far cadere l'armadio - con noi ancora dentro - in un enorme serbatoio pieno di 1000 litri d'acqua. Guardandolo penseresti che sia stato divertente, ma tutto quello a cui riuscivo a pensare era morire di una morte lenta e dolorosa "

Se ricordate invece Smith & Co. che camminano sul fondo del mare incontrando strane creature marine non sbagliate: dopo cinque anni il gruppo produsse un album chiamato "Mixed Up" e venne scelta per la sua promozione proprio una versione leggermente remixata del brano ed il video che lo accompagna è un seguito ideale del video originale. Buona visione.


Forse qualcuno avrebbe preferito qualche altra canzone, magari del periodo dark, come la bellissima "A Forest"; magari "The Walk" o "The Lovecats". Io le ho amate tutte, come la loro appassionata canzone d'amore che si intitola proprio "Lovesong" e sono stato a lungo in difficoltà se scegliere "Lullaby" al posto di "Close to me", ma alle volte un po' di allegria non guasta, anche perché il messaggio che si vuole trasmettere, anche se molto difficile e pesante, può passare anche con la leggerezza e la spensieratezza di una "pop song".

LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI "CLOSE TO ME":
Ho aspettato ore per questo
Mi sono fatto
così male
Vorrei aver dormito oggi
non ho mai pensato
che questa giornata sarebbe finita
Non avrei mai pensato che stanotte potesse mai essere
Così vicino a me
Prova a vedere al buio
Prova solo a farlo funzionare
Per sentire la paura prima che tu sia qui
Faccio avvicinare troppo le forme
Estraggo gli occhi
Trattengo il respiro e aspetto fino a quando non mi agito
Ma se avessi la tua fede
allora potrei renderlo sicuro e pulito
Se solo ne fossi sicuro
Che la mia testa sulla porta fosse un sogno
Ho aspettato ore per questo
Mi sono fatto
così male
Vorrei aver dormito oggi
non ho mai pensato
che questa giornata sarebbe finita
Non avrei mai pensato che stanotte potesse mai essere
Così vicino a me
Ma se avessi la tua faccia
Quindi potrei renderlo sicuro e pulito
Oh, se solo ne fossi sicuro
Che la mia testa sulla porta fosse un sogno
CURIOSITA':
  • Il titolo dell'album "The Head on the Door" è tratto proprio da una parte del testo della nostra canzone "If only I was sure - That my head on the door was a dream"
  • La versione remix uscita nel 1985 aggiunge una sezione di fiati dal suono incredibilmente brillante, incisivo e quasi tropicale che riempie il primo minuto degli oltre sei e amplifica il lato "pop" della canzone spingendola in un territorio quasi carnevalesco. Vi invito ad ascoltarla, se non ancora stufi delle altre versioni: https://youtu.be/B4aoix0BM_I
  • Il video di Close to Me fu inizialmente osteggiato, quasi censurato dai media a dire il vero inspiegabilmente e così ha dichiarato Robert Smith: "È stato a malapena mostrato in tv, men che meno negli show per bambini, presumibilmente perché hanno pensato che avrebbe incitato i ragazzini a entrare nei loro guardaroba e gettarsi dalle scogliere".
  • Nel 1990 il brano remixato da Paul Oakenfold, quello del secondo video, ha raggiunto il #13 nella classifica dei singoli del Regno Unito.
  • La copertina dell'album "The Head on the Door" è una fotografia distorta di Janet Smith, la sorella di Robert Smith.
  • Una curiosità che non c'entra nulla col nostro brano ma racconta in breve la storia di un brano "maledetto" ovvero del loro primo brano pubblicato "per la piccola etichetta Small Wonder, del dicembre 1978; si tratta del singolo Killing an Arab, il cui testo trae ispirazione da Lo straniero di Albert Camus. Quest'ultima canzone ha attirato molte polemiche per il suo titolo (in italiano "uccidere un arabo") e, più volte, i Cure sono stati costretti a rilasciare dichiarazioni ufficiali, negando qualsiasi connotazione razzista o violenta. Nonostante questo, questa canzone sarà bandita dalle radio statunitensi, nel periodo post 11 settembre e gli stessi Cure, forse per evitare polemiche, non l'hanno più suonata nei concerti live, fino all'estate del 2005, quando è tornata sotto le mentite - e meno offensive - spoglie di Kissing an Arab («Baciando un arabo»)." (https://it.wikipedia.org/wiki/The_Cure#Discografia)
  • Da ultimo una curiosità personale! Ho scelto il numero 017 per questa canzone anche perché mi ricordava il loro secondo album da studio ovvero "Seventeen Seconds" del 1980.

I LUOGHI
  • Robert Smith, il leader del gruppo, è originario di Blackpool ma è cresciuto nel West Sussex, regione dove si trova l'aeroporto di Londra-Gatwick. E' tifoso dei Queens Park Rangers, squadra di Londra (Hammersmith e Fulham), militante ora nella seconda divisione inglese (Championship).

LE DATE:
  • Uscì sul mercato come singolo il 9 settembre 1985 e l'album "The Head on the Door" era appena uscito (13 agosto 1985). Robert Smith era nato il 21 aprile 1959 e quindi ventiseienne all'epoca del brano. Considerando che i The Cure avevano iniziato la loro attività nel 1977, e quindi appena diciottenne, aveva già otto anni di carriera alle spalle.

LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
  • Il sito riporta una quarantina di cover comprese le versioni strumentali e in altre lingue. Il brano è talmente caratteristico che le cover non possono essere molto lontane dall'originale. Segnalo per gli amici del bel canto la versione del 2006 di Gennaro Cosmo Parlato, cantata con registro di tenore, ed ascoltabile qui: https://www.youtube.com/watch?v=lpCnXzehSYw&t=13s

ALTRE TRE CANZONI IN CINQUE RIGHE:
  • Già diverse canzoni sono state menzionate prima, le tre rappresentanti prescelte sono: "A Forest" del 1980 album Seventeen Seconds in pieno periodo dark. La più ascoltata su Spotify è a sorpresa "Friday I'm In Love" anno 1992 album "Wish" del periodo più disimpegnato. Terza non può essere che "Lovesong" anno 1989 che meriterebbe un post tutto suo.

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