003. FORBIDDEN COLOURS (David Sylvian)
Prima uscita dell'articolo 14 febbraio 2021
poi aggiornato 24 Giugno 2023
Pensate a un film di guerra, ambientato durante la seconda guerra mondiale in un campo di prigionia a Giava dove i militari giapponesi custodiscono circa seicento prigionieri occidentali.
Come ve la immaginate la colonna sonora?
Provate ora a riflettere per un attimo: quale musica, quale canzone vi viene in mente pensando al Giappone?
Ecco! Oggi vi racconto proprio la storia del brano che fin dalle prime note ci fa volare immediatamente nel paese del sol levante ma che invece nasce dal mondo del cinema e ne rappresenta a tutt'oggi una delle più belle canzoni.
Il film, una produzione britannico-nipponico-neozelandese, in Italia uscì nel 1983 con il titolo "Furyo", ma possiede due titoli originali: quello giapponese Senjō no Merry Christmas ("Buon Natale sul campo di battaglia") e quello inglese "Merry Christmas Mr. Lawrence". Furyo è invece traducibile dal giapponese in "prigioniero di guerra".
Per chi non lo avesse visto o non lo ricordasse, consiglio vivamente di andare a rivederlo per la modernità dei temi trattati, che spaziano dalle durezze della detenzione alle perfidie della guerra, dallo scontro tra diverse culture all'amicizia tra persone oltre la loro diversa bandiera fino all'omosessualità (vista tutt'oggi con diffidenza dal Giappone moderno ed all'epoca anche da parte della cultura occidentale) e, perché no per rivedere un "giovane" David Bowie e la faccia di Ryūichi Sakamoto, uno dei maggiori maestri della musica contemporanea giapponese, purtroppo recentemente scomparso.
Il film era in lavorazione proprio mentre la parabola artistica di David Sylvian stava subendo una svolta: dal 1974 leader del gruppo dei "Japan" era passato da un glam rock (sullo stile di David Bowie, T. Rex, Roxy Music e New York Dolls) dei primi album a sonorità elettroniche contraddistinte da forti richiami alla musica orientale. Nel 1982 proprio quando il gruppo cominciava ad essere conosciuto dal grande pubblico, il nostro decise di scioglierlo e tutti i componenti continuarono una loro carriera solistica (oltre a David Sylvian voce e chitarra ne facevano parte anche il di lui fratello e batterista Steve Jansen, il tastierista Richard Barbieri e il bassista Mick Karn).
Le precedenti collaborazioni musicali con Ryūichi Sakamoto portarono a Sylvian il colpo di fortuna che lanciò la sua carriera solista: il maestro, dopo aver ricevuto un rifiuto da Bowie, lo invitò a scrivere il testo per la title-track del film di cui Sakamoto stava componendo la colonna sonora, nonché era parte del cast dei personaggi principali; risultato fu che la canzone divenne e resta ancora oggi di gran lunga più famosa del film stesso.
Ecco la storia di "Forbidden Colours"
Così racconta David Sylvian: "La canzone è stata scritta durante il periodo dove la mia fede stessa era sotto esame. Essendo cresciuto in scuole cristiane dove le lezioni come "Scrittura", in cui la Bibbia veniva letta e studiata, erano obbligatorie, il mio sistema di credenze aveva naturalmente un pregiudizio cristiano e una particolare cosmologia. Poiché il tema del cristianesimo stesso era sotto esame, anche i miei scritti hanno proseguito questa indagine. Il testo tratta della perdita della fede, del dubbio, della sofferenza e dell'amore divino. […] Con 'Forbidden Colours' ho ottenuto qualcosa che non avevo mai fatto prima: scrivere un testo su me stesso ma senza avere delle risposte".
"Avevo una domanda sulla religione. Ho questa cosa con le religioni in generale. Mi interessano le filosofie delle persone e il motivo per cui si aggrappano a loro. Hanno bisogno di qualcosa su cui fare affidamento perché non sono abbastanza forti nella loro vita, o si aggrappano a loro perché c'è un valore reale in esso che mi manca?"
Lo stesso Sakamoto aveva suggerito a Sylvian alcuni riferimenti letterari per avvicinarsi al compito di mettere le parole sulla musica. "Non avevo visto il film, e il testo doveva essere collegato al film in qualche modo, e lui aveva menzionato alcuni punti di riferimento per me in termini di letteratura. Alcuni di essi li conoscevo già. Il titolo "Forbidden Colours" è il titolo di un libro di Mishima che tratta di relazioni omosessuali e dell'idea di amore proibito. E così sono andato con quello".
Anni dopo, Sylvian disse a proposito del testo da lui composto: "Può essere letto in molti modi diversi: nel modo in cui l'ho scritto come una sorta di crisi spirituale, ma può anche essere letto in termini di contesto per cui era destinato, che era il film stesso e la relazione tra i due personaggi principali del film"
Sylvian così spiegò un leggero cambiamento nel timbro della sua voce al momento della registrazione: "Ho dovuto cantare ma avevo un terribile raffreddore e riuscivo a malapena a cantare. Ci è voluto un pomeriggio per metterlo insieme e ricordo che Onkio Haus era un bel monolocale in cui lavorare. […] Non mi relaziono con la tecnologia quando entro in uno studio, mi relaziono con l'atmosfera e questo è importante, quasi più importante dell'attrezzatura nel luogo. Onkio Haus era un complesso di quattro studi, ma la sala principale, lo studio principale, era molto ben attrezzata e aveva un'atmosfera molto buona."
Ryūichi Sakamoto, per quanto riguarda la parte della melodia dichiarò che il suo obiettivo era che quella musica "non dovesse avere confini territoriali. Non è né giapponese né occidentale, ma ha comunque una certa qualità orientale. Dovrebbe suonare orientale sia per i giapponesi che per l'Occidente.". Riguardo al tema del film, che fa da base alla versione cantata, Sakamoto ha riconosciuto che le note del registro più alto utilizzate nella melodia siano "un po'giapponesi, con un suono un po' orientale o asiatico, mentre gli altri accordi sono distintamente in stile europeo e supportano l'intero suono"
Il tema del film è "universale" non solo in termini di luogo ma anche di tempo: "Cercare l'atemporalità fa parte della mia natura. Non ero molto consapevole di questo quando ho scritto quella melodia specifica, ma mi rendo conto che è naturalmente dentro di me. Con quella canzone, è stata un'esperienza molto strana. Avevo letto la sceneggiatura e conoscevo la storia, e ho pensato a come inventare una canzone speciale di Natale che sarebbe stata suonata in un'isola tropicale asiatica. Questo è un concetto strano in sé. E poi si aggiunge la guerra. Ma comunque ci ho pensato logicamente per settimane. Un pomeriggio ero seduto davanti al pianoforte alla ricerca di una melodia appropriata. Sono rimasto incosciente per un po'. Poi la melodia è uscita, proprio davanti ai miei occhi".
La canzone fin dai rintocchi dolcemente risonanti delle note di apertura ha un'impostazione molto diversa rispetto al tema del film. Il pianoforte sobrio è sostenuto da una batteria meravigliosamente sparsa suonata da Steve Jansen in uno stile così diverso dai suoi costrutti architettonici di "Tin Drum". Lo spazio aggiunto nel mix permette a Sylvian un'interpretazione vocale sofferta e ariose parti di sintetizzatore. A completare il tutto la successiva aggiunta di un arrangiamento di archi per il quale Ryuichi condivide il merito con Ann O'Dell.
Perché Forbidden colours?
Bisogna anche in questo caso riallacciarsi alla cultura giapponese: la parola "jiki" che significa colore ha anche un significato di "amore erotico" e con il modificatore 'kin' diventa kinjiki ovvero proibito, illecito e quindi tradotto in inglese diventa Forbidden Colours. Non solo colori proibiti ma anche sessualità proibita che in senso lato è un sinonimo di Omosessualità. Il testo della canzone porta un ulteriore piano di lettura ovvero il confronto della fede cristiana con le barriere culturali che stanno intorno al kinjiki.
Che dire! Un piccolo capolavoro sotto tutti i profili.
LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEL TESTO DI FORBIDDEN COLOURS
Il testo inizia con un emblema centrale della fede cristiana, i palmi delle mani trafitti di Gesù: "Le ferite sulle tue mani non sembrano mai guarire, pensavo che tutto ciò di cui avevo bisogno fosse credere". Il dubbio è immediatamente evidente in quella riga di apertura. Le ferite non guariscono e il cantante non può passare dal dolore della crocifissione di Cristo alla gioia della risurrezione, e mette in discussione la sua fede cristiana, con cui è stato educato e addirittura lo attira verso altre credenze: "colori proibiti".. Sembra che un rapporto con il Dio della religione cristiana possa essere vissuto solo dopo la morte – "una vita lontana" – qualcosa di così lontano dal suo qui e ora. Il testo alterna tra "il mio amore indossa colori proibiti" e "la mia vita crede in te ancora una volta". La canzone termina con una riaffermazione, ma non è in alcun modo trionfante, un riflesso dello stato d'animo in un istante fragile. Come Sylvian ha spesso affermato, è l'interpretazione dell'ascoltatore, l'applicazione delle parole alla propria verità, che è la più importante.
Le piaghe sulle tue mani sembrano non guarire mai
Pensavo di aver solo bisogno di credere
Sono qui una vita lontano da te
Il sangue di Cristo, il battito del cuore
Il mio amore veste colori proibiti
la mia vita ci crede.
Privi di significato, sono passati gli anni
milioni di persone hanno dato la vita per te
Niente continua a vivere?
Via via ho imparato a confrontarmi con i sentimenti, sempre di più.
Le mie mani sprofondate nella terra, sepolte dentro me.
Il mio amore indossa colori proibiti
la mia vita ci crede ancora
Camminerò in cerchio
Non crederò neanche alla terra su cui cammino
mostrerò una inoppugnabile fede verso chiunque incontrerò
Sono qui una vita lontano da te
Il sangue di Cristo o un cambio di cuore
Il mio amore indossa colori proibiti
La mia vita crede
Il mio amore veste colori proibiti
la mia vita ci crede ancora
CURIOSITA':
David Sylvian è uno pseudonimo: il suo nome di battesimo è David Alan Batt. Si dice abbia preso il suo nome d'arte da Sylvain Sylvain chitarrista dei New York Dolls, gruppo da lui amato in gioventù e simbolo del glam-rock americano.
Il titolo della canzone è tratto dal titolo del romanzo proibito dello scrittore giapponese Yukio Mishima del 1953; sebbene non direttamente correlate al film, entrambe le opere includono l'esplorazione di temi omosessuali, in particolare la resistenza ai desideri attraverso la fede in Dio.
Il film "Furyo" diretto da Nagisa Oshima, e invece è tratto dal romanzo The Seed and the Sower (1963) di Laurens van der Post, nel quale lo scrittore raccontò della sua personale esperienza come prigioniero di guerra in un campo di concentramento giapponese durante la seconda guerra mondiale; per una rilettura del film consiglio questa pagina https://sylvianvista.com/2023/05/19/forbidden-colours/
Uno degli interpreti principali è David Bowie ma la sua partecipazione al film (interprete del Maggiore Jack "Strafer" Celliers) non si è estesa alla colonna sonora che invece è completamente composta da Ryūichi Sakamoto, (a sua volta interprete della tormentata figura del Capitano Yonoi). Il maestro giapponese ha invece, come detto, chiamato David Sylvian a comporre il testo partendo dalla base musicale (che si intitola per l'appunto "Merry Christmas Mr. Lawrence"), affidandosi così alla sua interpretazione.
Esistono diversi videoclip del brano ma sicuramente quello di più effetto è quello ufficiale, che sembra voler inserire il cantante tra gli altri interpreti del film, fondendo le pose di Sylvian con immagini simbolo del film. Il video promozionale diretto da Godley & Creme, un po' rovinato… si può dire d'epoca si trova al link: https://www.youtube.com/watch?v=x1YkHJJi-tc&list=RDx1YkHJJi-tc&index=1
Per quanto riguarda la pubblicazione della canzone, non venne inserita nel film e venne pubblicata come ultimo brano del CD della colonna sonora. Mentre Sylvian era alle prese con la ricerca del giusto flusso per le tracce del suo album "Brilliant Trees" alla fine, l'ultimo pezzo registrato per l'album, "The Ink in the Well", prese il posto di "Forbidden Colours (version)". Il pezzo tuttavia venne pubblicato come lato B del singolo "Red Guitar" e si trova anche inserito in un suo successivo album (versione CD di Secrets Of The Beehive del 1987), come ultima traccia della durata di 6:00.
Per parlare di David Sylvian, non c'era altra scelta se non quella di raccontare del brano che gli ha dato sicuramente fama imperitura. Mi sento di segnalare però due cd per comprendere a pieno il personaggio: il primo è "Gentlemen Take Polaroids" del periodo "Japan", anno 1980, primo disco a fondere le sonorità orientali con quelle occidentali e per la sua carriera solista sicuramente il disco di debutto "Brilliant Trees" del 1984.
I LUOGHI
Il film racconta del campo di prigionia sull'isola di Giava facente parte dell'Indonesia; in verità il film è stato girato sulla remota isola polinesiana di Rarotonga dove è stato costruito il set cinematografico; in tutto il film però il campo non viene mai mostrato nella sua interezza lasciando allo spettatore immaginare come potesse essere.
LE DATE:
24 giugno 1983 è la data di uscita del 45 giri con la nostra canzone; David Sylvian essendo nato il 23 febbraio 1958 all'uscita del pezzo, dopo aver chiuso l'esperienza con i Japan, aveva poco meno di 25 anni. Il maestro Ryuichi Sakamoto nacque un po' prima il 17 gennaio del 1952 ed aveva perciò passato la trentina; di recente, esattamente il 28 marzo 2023, ci ha lasciato a causa di una grave malattia.
LE COVER: (dal sito secondhandsongs.com)
Si segnalano quattordici cover del brano cantato e più di venti del brano strumentale "Merry Christmas Mr. Lawrence" ma nessuna si avvicina alla bellezza dell'originale
ALTRE TRE CANZONI IN CINQUE RIGHE
Quasi allo stesso livello di "Forbidden Colours" c'è "Orpheus" contenuto nell'album del 1987 chiamato "Secrets Of The Beehive". Poi la scelta si fa ardua e, tralasciando Ghost uscita ancora sotto l'egida dei Japan, consiglio "Brilliant trees" la title-track del primo album da solista e "Taking the Veil" (meglio nella versione 12" per ora non disponibile su spotify)
Crediti:
per alcune parti del testo:
per il testo in italiano:
per la foto della copertina:
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